A Roma il 30 gennaio, dalla nostra Diocesi, i fratelli della Prima Comunità del Cammino Neocatecumenale di San Domenico di Sora insieme alle Comunità di San Gerardo in Frosinone partiti con un pulmann nella mattinata. Con loro anche alcuni fratelli del Movimento della Vita di Cassino arrivati in treno.
Raccontare una giornata che tutti definiscono “storica” sarebbe inutile e riduttivo. Ognuno può documentarsi sui social che ne danno ampia cronaca.
Crediamo sia, invece, importante – per i credenti – interrogarsi sul significato profondo della ragione per cui centinaia di migliaia di persone abbiano deciso di affrontare un viaggio anche molto lungo, alzandosi nel cuore della notte, in nave, in pulmann, in aereo o in macchina, con i figli al seguito, per ritrovarsi in un sabato di fine gennaio in un luogo così simbolico per la nostra Fede a ribadire un’ovvietà: tutti nasciamo da una mamma ed un papà!
Penso che ciò sia molto ben riassunto dalle seguenti parole, contenute nelle LETTERA A TUTTI I PARTECIPANTI AL #Familyday2016 e scritta da don Antonello Iappica sacerdote, missionario insieme ad alcune famiglie del Cammino, a Takamatsu in Giappone; e che così si possono sintetizzare:
NOI CI ALZEREMO IN PIEDI, DA RISORTI, PER AMARE ANNUNCIANDO LO SPLENDORE DELLA VERITA’.
Voi sapete bene che, come disse San Giovanni Paolo II, “che il sacramento del Matrimonio, la famiglia, tutto questo cresce nel sacramento del Battesimo, attraverso il quale siamo immersi nel mistero pasquale di Cristo che è la sua morte e la sua risurrezione. Siamo immersi per ritrovare la pienezza della vita, e questa pienezza dobbiamo ritrovarla nella pienezza della persona, ma, nello stesso tempo, nella dimensione della famiglia – comunione di persone – per portare, per ispirare con questa novità di vita gli ambienti diversi, le società, i popoli, le culture, la vita sociale, la vita economica. Tutto questo è per la famiglia. Voi dovete andare in tutto il mondo a ripetere a tutti che è “per la famiglia”, non a costo della famiglia. Sì, il vostro programma deve essere pienamente evangelico, coraggioso, coraggioso nel testimoniare e coraggioso nel domandare, nel domandare davanti a tutti. Con questa grande testimonianza si deve portare anche avanti un programma direi socio-politico, socio-economico. La famiglia è coinvolta in tutto questo e può essere aiutata, portata avanti, privilegiata o può essere distrutta. Con tutte le vostre preghiere, con la vostra testimonianza, con la vostra forza, dovete proteggere la famiglia. Se non c’è un’altra dimensione in cui l’uomo possa esprimersi come persona, come vita, come amore, si deve dire anche che non esiste altro luogo, altro ambiente in cui l’uomo possa essere più distrutto. Oggi si fanno molte cose per normalizzare queste distruzioni, per legalizzare queste distruzioni; distruzioni profonde, ferite profonde dell’umanità. Si fa tanto per sistemare, per legalizzare. In questo senso si dice “proteggere”. Ma non si può proteggere veramente la famiglia senza entrare nelle radici, nelle realtà profonde, nella sua intima natura; e questa sua natura intima è la comunione delle persone ad immagine e somiglianza della comunione divina. Famiglia in missione, Trinità in missione” (Giovanni Paolo II, 30 dicembre 1988). Per questo non basta un no secco e deciso al Ddl Cirinnà pronunciato da una massa aconfessionale di persone. E’ necessaria la vostra fede. In piedi allora, come diceva San Giovanni Paolo II, da risorti in mezzo al mondo che giace nelle tenebre, perché risplenda al Circo Massimo la “Veritatis Splendor”, lo splendore dell’amore di Dio fatto carne in ciascuno di voi.
Qui il link con il testo completo della lettera e con l’esperienza personale di don Antonello: http://costanzamiriano.com/2016/01/30/noi-ci-alzeremo-in-piedi-da-risorti-per-amare-annunciando-lo-splendore-della-verita/.
Credo non si sia altro da aggiungere se non l’augurio e la speranza che la nostra Diocesi possa essere più sensibile ed impegnata nell’aperta testimonianza dei valori c.d. non-negoziabili, così come il nostro Vescovo ci ha più volte sollecitato, incentivando ed organizzando incontri informativi e di riflessione su questi temi e spingendosi all’evangelica Parresia
La Pace
Bruno Forte
Raccontare una giornata che tutti definiscono “storica” sarebbe inutile e riduttivo. Ognuno può documentarsi sui social che ne danno ampia cronaca.
Crediamo sia, invece, importante – per i credenti – interrogarsi sul significato profondo della ragione per cui centinaia di migliaia di persone abbiano deciso di affrontare un viaggio anche molto lungo, alzandosi nel cuore della notte, in nave, in pulmann, in aereo o in macchina, con i figli al seguito, per ritrovarsi in un sabato di fine gennaio in un luogo così simbolico per la nostra Fede a ribadire un’ovvietà: tutti nasciamo da una mamma ed un papà!
Penso che ciò sia molto ben riassunto dalle seguenti parole, contenute nelle LETTERA A TUTTI I PARTECIPANTI AL #Familyday2016 e scritta da don Antonello Iappica sacerdote, missionario insieme ad alcune famiglie del Cammino, a Takamatsu in Giappone; e che così si possono sintetizzare:
NOI CI ALZEREMO IN PIEDI, DA RISORTI, PER AMARE ANNUNCIANDO LO SPLENDORE DELLA VERITA’.
Voi sapete bene che, come disse San Giovanni Paolo II, “che il sacramento del Matrimonio, la famiglia, tutto questo cresce nel sacramento del Battesimo, attraverso il quale siamo immersi nel mistero pasquale di Cristo che è la sua morte e la sua risurrezione. Siamo immersi per ritrovare la pienezza della vita, e questa pienezza dobbiamo ritrovarla nella pienezza della persona, ma, nello stesso tempo, nella dimensione della famiglia – comunione di persone – per portare, per ispirare con questa novità di vita gli ambienti diversi, le società, i popoli, le culture, la vita sociale, la vita economica. Tutto questo è per la famiglia. Voi dovete andare in tutto il mondo a ripetere a tutti che è “per la famiglia”, non a costo della famiglia. Sì, il vostro programma deve essere pienamente evangelico, coraggioso, coraggioso nel testimoniare e coraggioso nel domandare, nel domandare davanti a tutti. Con questa grande testimonianza si deve portare anche avanti un programma direi socio-politico, socio-economico. La famiglia è coinvolta in tutto questo e può essere aiutata, portata avanti, privilegiata o può essere distrutta. Con tutte le vostre preghiere, con la vostra testimonianza, con la vostra forza, dovete proteggere la famiglia. Se non c’è un’altra dimensione in cui l’uomo possa esprimersi come persona, come vita, come amore, si deve dire anche che non esiste altro luogo, altro ambiente in cui l’uomo possa essere più distrutto. Oggi si fanno molte cose per normalizzare queste distruzioni, per legalizzare queste distruzioni; distruzioni profonde, ferite profonde dell’umanità. Si fa tanto per sistemare, per legalizzare. In questo senso si dice “proteggere”. Ma non si può proteggere veramente la famiglia senza entrare nelle radici, nelle realtà profonde, nella sua intima natura; e questa sua natura intima è la comunione delle persone ad immagine e somiglianza della comunione divina. Famiglia in missione, Trinità in missione” (Giovanni Paolo II, 30 dicembre 1988). Per questo non basta un no secco e deciso al Ddl Cirinnà pronunciato da una massa aconfessionale di persone. E’ necessaria la vostra fede. In piedi allora, come diceva San Giovanni Paolo II, da risorti in mezzo al mondo che giace nelle tenebre, perché risplenda al Circo Massimo la “Veritatis Splendor”, lo splendore dell’amore di Dio fatto carne in ciascuno di voi.
Qui il link con il testo completo della lettera e con l’esperienza personale di don Antonello: http://costanzamiriano.com/2016/01/30/noi-ci-alzeremo-in-piedi-da-risorti-per-amare-annunciando-lo-splendore-della-verita/.
Credo non si sia altro da aggiungere se non l’augurio e la speranza che la nostra Diocesi possa essere più sensibile ed impegnata nell’aperta testimonianza dei valori c.d. non-negoziabili, così come il nostro Vescovo ci ha più volte sollecitato, incentivando ed organizzando incontri informativi e di riflessione su questi temi e spingendosi all’evangelica Parresia
La Pace
Bruno Forte