Una tradizione irrinunciabile: il SS.mo Crocifisso ad Isola del Liri
Si perde nella notte dei tempi la Festa del SS. Crocifisso che la città di Isola del Liri celebra la seconda domenica di luglio, con un’intera settimana di manifestazioni.
Nata forse 500 anni fa con la Confraternita che porta il suo nome e che oggi custodisce gelosamente il miracoloso simulacro nella chiesa di S. Antonio, la festa è un evento atteso non solo dagli isolani. Tanta, infatti, è stata la gente che dall’8 al 15 Luglio ha riempito fino a notte fonda le strade e le piazze, i locali e i vicoli del centro storico.
L’occasione apparente sembrava essere dettata dal divertimento, dalla voglia di stare insieme, di girare tra le bancarelle, di mangiare e bere, di ascoltare musica, ma il motivo di fondo è ben altro, dettato da quel Cristo in croce che ricorda a tutti – credenti e non credenti, atei e praticanti – il suo gesto di amore per l’umanità: “dare la vita per chi si ama”, senza sconti e senza riserve.
E se lo sguardo di quel Gesù, realizzato con la carta di antichi messali, è rivolto al Padre, i nostri occhi sono stati fissi su di Lui, dal momento della “scopritura” nella Chiesa di S. Antonio a quello della traslazione nella chiesa di S. Lorenzo, dov’è stato issato dietro l’altare maggiore. Così abbiamo pregato al mattino con la recita delle Lodi e così ogni sera arricchendo la celebrazione eucaristica del venerdì con la preghiera “per asciugare le lacrime” dei tanti che in ogni parte del mondo hanno bisogno di consolazione e con la preghiera del sabato per i giovani e le famiglie.
La liturgia della Domenica, poi, con il passo evangelico del Buon Samaritano ci ha permesso di cogliere ancor più in profondità chi è il prossimo per ciascuno di noi grazie alle parole del parroco don Alfredo Di Stefano nelle Messe del mattino ed a quelle del vescovo Gerardo Antonazzo nella solenne concelebrazione serale sul sagrato di S. Lorenzo, in una piazza affollata di fedeli.
In quello stesso luogo altri messaggi, di pari significato, erano stati lanciati venerdì sera con la III Rassegna d’arte e cultura, il cui tema “L’arte di vivere come fratelli”, preso da una frase di Martin Luther King, è stato sviluppato da ragazzi, giovani e adulti con tecniche espressive diverse. Se la canzone Brotherhood (Fratellanza) di tre studenti del Liceo classico di Sora è diventata un po’ l’inno della manifestazione, altre immagini, versi poetici o riflessioni critiche, foto o dipinti, disegni o sculture hanno dato interpretazioni originali di questa “arte”, difficile ma possibile, di una convivenza fraterna.
È qui allora il senso vero di una “festa di paese”, una festa religiosa che va oltre il puro divertimento.
Credits: Luciana Costantini
foto Rosalba Rosati