Sabato 13 agosto, in località S. Angelo ad Arpino, nella Chiesa dell’Addolorata, si è tenuta come ogni anno, la festa dell’emigrante.
Quest’anno la cerimonia è iniziata con il ricordo commovente di Padre Franco Ranaldi, venuto a mancare pochi giorni fa e promotore di questa bella festa da ormai 26 anni.
Ognuno ha portato un particolare ricordo: il consigliere Bruno Biancale ha sottolineato quanto Padre Franco tenesse a questo evento, che rinnova l’unione con gli arpinati all’estero; il sindaco Renato Rea ha ricordato come Padre Franco fosse uomo di cultura e umanità immensa, in quanto anche professore nello storico Liceo Arpinate “Tulliano”. Il presidente della Proloco, Luciano Rea, ha evidenziato come amasse scherzare con tutti, dicendo che sarebbe morto a 185 anni.
La cerimonia è proseguita nella commozione generale per questo lutto e per la mancanza dei cari emigrati e dopo la Santa Messa, celebrata da Padre Daniel, del gruppo di preghiera degli Identes, è stata deposta una corona di fiori ai piedi del monumento all’emigrante, in ricordo dei cari scomparsi all’estero.
Il monumento, realizzato dall’arpinate Giuseppe Ranaldi, rappresenta un emigrante con la valigia in mano che guarda verso l’infinito. Era presente anche colui che ha voluto e finanziato il monumento, il Signor Vito, che, emigrato in Messico dopo la seconda guerra mondiale, senza avere neanche un soldo, ha fondato un’industria del caffè che dà lavoro a più di 500 persone. Sia lui che altri hanno preso la parola per ricordare i parenti in Italia e all’estero.
Naturalmente dopo la Santa Messa e la cerimonia, non poteva mancare la festa con la consueta pecora alla brace e tutte le altre specialità del posto.
Gianna Reale
Foto Gianna Reale