Casalvieri celebra il suo patrono alla presenza del Vescovo Antonazzo
Dal 2013, per onorare il fortissimo legame che i casalvierani all’estero hanno con il loro paese natio e il patrono Sant’Onorio Martire, è stata ideata l’apertura estiva dell’Urna del Santo Martire. Un appuntamento non solo per i residenti in Casalvieri ma soprattutto per i tanti emigrati che in agosto tornano a popolare il paese. La festa del 17 agosto è certamente in forma ridotta rispetto alla festa che si svolge l’ultima domenica di maggio, ma ugualmente significativa ed emozionante. Quest’anno la celebrazione eucaristica è stata presieduta da S.E. Mons. Gerardo Antonazzo, che ha concelebrato con Mons. Alessandro Recchia, parroco di Casalvieri e don Loreto Castaldi, parroco di Purgatorio e San Pietro.
Il momento in assoluto più importante per il popolo casalvierano che affollava la chiesa dei Ss. Giovanni Battista ed Evangelista è stata l’apertura dell’urna che conserva le spoglie mortali del giovane soldato romano, morto per non aver rinnegato la sua fede.
Proprio sull’esempio del sacrificio di Sant’Onorio, il Vescovo ha incentrato la sua omelia. «La Parola appena proclamata – ha detto Mons. Antonazzo – è Parola eterna, annunciatrice di parole di vita per la vita del discepolo e del cristiano. Spesso facciamo fatica ad ascoltarla, a capire il significato profondo, interiore della Parola e dell’amore di Dio. La celebrazione del martirio di Sant’Onorio è per la comunità un impegno non solo liturgico ma anche un impegno di conversione per la nostra vita perché proprio di questo si tratta, ascoltando la Parola di Dio siamo sollecitati a rispondere al reale cambiamento della nostra vita, quando vediamo che la nostra vita non cambia evidentemente non dipende dalla Parola di Dio ma dalla nostra durezza di cuore che fatica a dare centralità a quello che il Signore ci dice. I santi sono soprattutto persone di ascolto, Onorio diventa cristiano perché ha ascoltato l’annuncio del Vangelo. Allora la domanda che sorge è: cosa significa per noi oggi essere cristiani? Essere cristiani significa soprattutto ascoltare la Parola di Dio dove per ascoltare si intende obbedire, dare retta. Dobbiamo essere disponibili a dare retta a questa Parola, elevare la nostra vita, a rendere la nostra vita quotidiana santa perché come dice Papa Francesco la santità non è altro che vivere la nostra vita quotidiana secondo ciò che ciascuno è nella la propria vita, diventare santi non significa diventare persone perfette ma significa tendere sempre di più a fare, a compiere la volontà di Dio, volontà che noi possiamo conoscere ascoltando la Parola del Signore, Gesù, il Vangelo. A volte noi ci vergogniamo a manifestare la nostra fede ma sull’esempio di Sant’Onorio dobbiamo imparare la parresia, un termine greco che tradotto alla lettera significa essere sfacciati ma non sfacciataggine come maleducazione ma come coerenza, coraggio, dobbiamo essere in ogni modo, con le parole, con la vita, cristiani. Per la comunità casalvierana che cosa significa aprire l’urna? Una cosa molto semplice, significa aprire il proprio cuore, andare verso quel martire per sposarne l’audacia, il coraggio, la sfrontatezza, quella coerenza per la quale non c’è nessun motivo di vergogna ma c’è un motivo di gioia di vivere come cristiano, questo è l’impegno di testimoniare il vivere da cristiano. Usare quella sfrontatezza, quel coraggio, quell’audacia di chi non solo non si vergogna ma ritiene un dono di grazia vivere e testimoniare la propria fede. Chiediamo al Signore, per intercessione di Sant’Onorio, di vivere la nostra vita da cristiani con una fede vissuta e gioiosamente testimoniata».
Parole quelle di Sua Eccellenza che sicuramente hanno fatto breccia nei cuori di quanti erano presenti alla celebrazione eucaristica, perché per i Casalvierani e non solo Sant’Onorio è un vero punto di riferimento: la vicenda personale di questo giovane martire è un grandissimo esempio di coraggio di amore per la loro fede. Prima della benedizione finale mons. Alessandro Recchia ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza in un’occasione tanto importante per il paese.
Al termine della Santa Messa si è svolta, accompagnata dalla banda musicale, la processione per le vie del paese con la statua del Santo, che ha sostato per un momento di preghiera anche davanti al monumento ai caduti. Al rientro in chiesa ci sono stati i ringraziamenti da parte del parroco a tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione della celebrazione e della festa civile, che poi è proseguita in piazza con un momento conviviale e l’intrattenimento musicale.
Martina Torti