Le Suore della Carità di Cassino festeggiano S. Giovanna Antida Thouret, loro Fondatrice, donna coraggiosa
Nella festa liturgica di S. Giovanna Antida Thouret, le Suore della Carità di Cassino hanno voluto onorare la loro Fondatrice con una Celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova. Erano venute con le loro tre novizie attualmente presenti in convento e in chiesa hanno trovato altre Suore di altre Congregazioni e laici venuti proprio per fare festa con loro. D’altronde a Cassino le Suore della Carità, presenti e attive da 165 anni, hanno lasciato bei ricordi in tantissime persone, lavorando senza sosta sia nella scuola, contribuendo alla formazione di migliaia di alunni, che in ospedale, assistendo con competenza e amore i malati. Perciò la popolazione prova grande affetto e riconoscenza nei loro confronti.
Fin dall’inizio Don Benedetto Minchella ha additato la Santa come esempio di donna coraggiosa che nei tempi difficili della Rivoluzione francese si è dedicata ai poveri e diseredati.
Poi, nella riflessione dedicata nell’omelia alle Figlie di S. Giovanna Antida, ha osservato che la festa del Fondatore è per ogni consacrato un rivedere la propria storia e comprendere che dietro l’ispirazione data dal Signore a quella persona specifica c’è il segreto stesso della propria vocazione. Tratteggiando la figura di Santa Giovanna Antida, l’ha paragonata alle “grandi Donne” della Bibbia, che non hanno avuto paura dei “poteri forti”, ma hanno saputo crearsi uno spazio proprio di autonomia e di azione là dove il Signore le aveva chiamate ad operare, anche a costo di mettersi contro tutto e tutti.
Il momento della consacrazione di Santa Giovanna Antida, ha proseguito, è stato di importanza fondamentale, perché non entrava in una congregazione già realizzata, organizzata e strutturata, con un percorso di formazione collaudato prima di essere inviata in una comunità già esistente a svolgere un servizio nell’insegnamento, in ospedale o nelle carceri. Lei, come altre Fondatrici del tempo, ha creato dal nulla una famiglia solamente basata sull’affidamento al Signore. In genere le novità nella Chiesa non sono subito accettate, ma guardate con sospetto e criticate. Dunque la Fondatrice ha avuto l’intuito della verità, il coraggio della fede e soprattutto l’eroicità della verità, perché al suo tempo la donna nella Chiesa non aveva alcun ruolo, poteva solo fare la perpetua del Sacerdote per accudirlo, neanche poteva accostarsi allo studio.
Ecco perché Fondatrici così hanno rappresentato nella storia della Chiesa il grande riscatto della figura femminile: con la propria sensibilità e psicologia hanno saputo intercettare dei vuoti nella società, che la Chiesa era in un certo modo chiamata a colmare ma anche a coltivare. Ecco allora che S. Giovanna Antida si mette al servizio dei poveri a Napoli, dà inizio a tutta la grande opera di istruzione, portata poi avanti dalla sua famiglia religiosa.
Come altri grandi Fondatori di Ordini religiosi, ci ha insegnato a fare i conti con ciò che è più difficile nella vita spirituale, come mettersi al servizio dei poveri (come dice il vangelo scelto dalla Chiesa per questa festa), riuscendo a vedere nel loro il volto di Cristo, che è veramente una questione di santità. Gesù dice che chi dà anche solo un bicchiere di acqua al povero non perderà la sua ricompensa: come ci giochiamo la santità nei piccoli gesti della vita. Perciò l’augurio più grande che possiamo rivolgere alle Suore di Carità e a tutte le consacrate, ha concluso Don Benedetto, è che, ispirandosi a quella primitiva vocazione per la quale è nato il loro Ordine, possano rimanere fedeli al carisma per continuare ad essere nella storia la testimonianza vivente della verità di Dio.
Al termine della Messa, dopo la benedizione finale impartita con solennità, non poteva mancare una foto-ricordo di tutto il gruppo ed è stato bello vedere queste donne forti e miti, sempre sorridenti e disponibili, figlie spirituali di S. Giovanna Antida, incontrarsi con altre Suore intervenute, salutarsi e parlare così cordialmente da sembrare tutte “sorelle” della stessa famiglia, se non fosse stato per i vestiti diversi. Ma tutte accomunate, come le loro Fondatrici, dall’Amore a Dio e al prossimo. Grandi Donne!
Adriana Letta