Triduo di preparazione e Messa solenne nella Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino
Un Papa tanto amato, che ha cambiato la storia, seguito da milioni di giovani nelle stupende e indimenticabili esperienze delle GMG, che lui stesso aveva “inventato”, una guida sicura, una personalità forte anche quando il fisico era diventato debole e fragile a causa dell’età e della malattia. Un Papa mai dimenticato. A Cassino la Parrocchia di S. Antonio di Padova, in cui da anni c’è un gruppo di preghiera a lui intitolato che si riunisce puntualmente a pregare, gli ha dedicato una statua sul sagrato della chiesa, nel centro della città. Un Papa proclamato “subito” Santo e di cui la Chiesa ha stabilito la memoria liturgica il 22 ottobre, anniversario del suo insediamento al soglio pontificio nel lontano 1978. Un Papa così non si dimentica, è impossibile, anzi aumenta il numero dei fedeli a lui devoti. Per questo, dopo tre sere, 19, 20 e 21 ottobre, di preghiera speciale in preparazione alla festa, la comunità parrocchiale, guidata da Don Benedetto Minchella, ha voluto onorarlo sabato 22 con una solenne Celebrazione Eucaristica per ricordarlo e per chiedere la sua intercessione presso Dio. Collocata al posto d’onore la sua immagine, dolcissima e sorridente, adornata di un festone di fiori, e sull’altare la sacra Reliquia, donata dal card. Stanisław Dziwisz, il suo segretario, in occasione della canonizzazione nel giorno in cui a Cassino, veniva inaugurata e scoperta la statua del Papa Giovanni Paolo II in piazza Diamare, appunto davanti alla chiesa di S. Antonio.
Piena la chiesa nella Messa prefestiva del sabato sera, e dopo la recita meditata del S. Rosario, il Coro ha accolto la processione di ingresso con il canto che riprende le prime parole pubbliche di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura, aprite, spalancate le porte a Cristo!”. Sembrava che un brivido percorresse i presenti. Nell’omelia Don Benedetto, commentando le letture della liturgia del giorno, e soprattutto la pagina del Vangelo del pubblicano e del peccatore, ha ricordato la figura di Giovanni Paolo II leggendo, alla fine, la preghiera composta per ringraziare Dio “per il dono di Giovanni Paolo II”. In essa si ringrazia prima di tutto Dio, perché quel grande Papa “ha aperto il cuore di tanti uomini e donne abbattendo il muro della superbia, della stoltezza e della menzogna” e ha “fatto sorgere il sole della Verità che rende liberi”. Poi si ringrazia la Vergine Maria perché “la fortezza e il coraggio, traboccanti d’amore” del suo figlio sono stati un’eco dell’Eccomi di Maria stessa e perché lui, facendosi “tutto suo” si è fatto tutto di Dio, “riflesso luminoso del volto misericordioso del Padre, trasparenza viva dell’amicizia di Gesù”. Infine il grazie va a lui, a San Giovanni Paolo II, “per la testimonianza d’innamorato di Dio”, per il suo “esempio che ci strappa dalle strettoie delle cose umane per elevarci alle vette della libertà di Dio”.
Al termine della celebrazione, il parroco ha porto al bacio devoto dei fedeli la sacra Reliquia, consistente in un tampone di ovatta che asciugò il sangue del Papa dopo l’attentato che lo ferì. Intanto il Coro cantava a distesa gli inni delle più memorabili Giornate Mondiali della Gioventù.
Adriana Letta