L’urgenza della conversione
Passando attraverso la folla Gesù vide due fratelli, Simone e Andrea, che stavano svolgendo il proprio lavoro come tanti altri e li chiamò: immediatamente loro, lasciate le reti, seguirono il Maestro, senza ripensamenti e senza perdere tempo. Un ragazzo originario di Foligno udì quella stessa voce durante i suoi studi classici nel monastero e decise di seguirla: avrebbe poi iniziato un lungo cammino di riforma dell’ordine benedettino e di costruzione di cenobi nel territorio di Lazio, Abruzzo e Molise.
Tutte queste storie hanno in comune la conversione immediata verso Gesù come ha fatto notare il vescovo Gerardo Antonazzo nell’omelia della santa messa delle 17.00 del 22 gennaio, presso la Basilica di San Domenico, proprio nel giorno festa di San Domenico Abate.
“I Santi sono coloro che”, ha continuato il vescovo, “non hanno mai anteposto nulla all’Amore di Dio, ma hanno messo quello stesso Amore prima di ogni altra cosa. Essi hanno risposto subito, hanno evidenziato quella urgenza della conversione”. La celebrazione presieduta dal vescovo è stata il momento finale della festa del santo abate caro alla tradizione sorana, al termine della quale è avvenuto il tradizionale bacio delle reliquie, al quale ha partecipato un gran numero di fedeli.
Alla celebrazione ovviamente presenti don Felice Calò sull’altare che ha portato il saluto finale all’assemblea e don Sante Bianchi che dirigeva il coro parrocchiale che ha animato la messa con gioiosi canti per poi cantare con passione l’inno di San Domenico.
Al termine, la comunità di San Domenico ha continuato i festeggiamenti nella sala parrocchiale attigua dove era stati allestiti tavoli,
Luca Fiorletta
Foto: Piercarlo Gugliotta, Rosalba Rosati