Una folla di devoti nella Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino ha guardato a Santa Rita come modello di vita
Santa Rita è una Santa molto “popolare”, invocata da stuoli di devoti, e infatti il 22 maggio, in cui la Chiesa fa memoria della sua nascita al cielo, ci si ritrova in tanti, tantissimi, a pregare lei, “la Santa delle cause impossibili”. E’ stato così che la Parrocchia di S. Antonio in Cassino ha vissuto la ricorrenza, nei giorni immediatamente precedenti attraverso un Triduo di preparazione, e il giorno della festa con un convenire incredibilmente numeroso di fedeli. Al mattino, dopo il Rosario Ritiano, la Messa e, alle ore 12.00, la solenne Supplica alla Santa di Cascia e la Benedizione delle Rose. In una chiesa strapiena, quasi trasformata in un giardino di rose rosse, tante ce ne erano, tenute in mano da tutti i fedeli, il Parroco Don Benedetto Minchella le ha benedette aspergendole con l’acqua santa, percorrendo tutta la navata fino in fondo, mentre tutti tenevano alte le rose. Un momento davvero toccante di fede popolare.
Nel pomeriggio è stato tutto un viavai di devoti che si accostavano alla statua della Santa, esposta con onore alla devozione, ed alla Reliquia, posta anch’essa ben in vista davanti all’altare: preghiere sussurrate, lumini accesi, rose portate e deposte accanto alla statua, lacrime anche, e fede, fatta di una fiducia totale e incondizionata. Poi ancora il Rosario Ritiano, l’ingresso e l’omaggio musicale della Banda Città di S. Giorgio e, alle 19.00, la solenne Celebrazione Eucaristica, animata liturgicamente dalla Corale parrocchiale.
Don Benedetto, nell’omelia, ha saputo guidare i fedeli a guardare a Santa Rita come a un modello di vita. Ha osservato che il 22 maggio ci si ritrova tutti con l’impressione di far festa ad una persona di famiglia, che conosciamo e che ci conosce e ci unisce. Se c’è questa consonanza, ha fatto notare, vuol dire che c’è qualcosa che ci accomuna: ebbene, questo qualcosa è la sofferenza che ci portiamo dentro o per qualcosa che ci fa star male nel presente o per gli effetti di lunga durata di qualcosa che ci ha segnato per sempre. Anche la vita di Santa Rita è stata piena di sofferenze. Attenzione, ha avvertito, la sofferenza può essere “inutile”, se continuiamo a portarci dentro il sentirci offesi da un’altra persona, o recriminazioni contro qualcuno. Dipende da noi: a seconda di come viviamo la sofferenza, saremo diversi o simili alla Santa. A lei hanno ucciso il marito, che peraltro era un violento che, secondo l’uso del tempo, era stata costretta a sposare e per il quale comunque aveva usato sempre dolcezza, pazienza e abnegazione, hanno ucciso i due figli, è stata cacciata di casa. Ha vissuto come moglie e come madre, ha sperimentato la solitudine e infine si è consacrata a Dio: in ogni stato di vita ha mostrato come si vive la sofferenza, guardando a Gesù Crocifisso. Ecco perché è rappresentata con la Croce tra le braccia e con una spina della corona di Gesù nella fronte, tenuta per quindici anni. Noi a volte preghiamo chiedendo che Dio faccia quello che dobbiamo fare noi, mentre la fede ci chiede di accogliere quello che ci viene dalla vita con amore e per amore, con fedeltà a Cristo, guardando al Signore e guardando al futuro, lasciando indietro, come “spazzatura” le cose passate. Proiettati verso il premio eterno che ci aspetta.
Conclusa la Messa con la Benedizione finale, visto che la temuta pioggia non c’era, si è mossa la Processione per le vie del territorio parrocchiale: ad aprirla c’era una delegazione di S. Salvo con la Croce, poi un gruppo di deliziose bambine vestite da S. Rita che gettavano petali di fiori per la Santa, poi la Reliquia, portata da quattro donne, la Banda musicale, i celebranti e la Statua, issata sulle spalle dai portatori con mantellina rossa, poi i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, con l’Assessore Benedetto Leone con fascia tricolore in rappresentanza del Sindaco, poi la folla. Poco dopo, neanche a farlo apposta, sono cominciate le prime gocce di pioggia, così si è deciso di abbreviare un po’ il percorso accelerando il rientro in chiesa, avvenuto peraltro all’asciutto, perché la pioggia è subito cessata, e sottolineato festosamente da qualche sparo pirotecnico.
In chiesa la folla era ancora grandissima e tutti hanno potuto baciare la Reliquia, che Don Benedetto ha tenuto in mano porgendola al devoto omaggio dei presenti, mentre si cantava ancora alla Santa degli impossibili. E sembrava impossibile vedere tanta folla così presa e partecipe, ma era proprio vero. Santa Rita rende possibile l’impossibile.
Adriana Letta