Intensa e corale la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica con il rito di ammissione, nella chiesa di S. Antonio di Padova presieduta dal Vescovo Gerardo Antonazzo
“Francesco, tu sei ammesso tra i candidati all’Ordine del Diaconato permanente celibatario, grazie alla disponibilità a servire che hai dichiarato con il tuo Eccomi. Tu sarai grande non perché comanderai ma perché servirai”. Così il Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, ha detto a Francesco Paolo Vennitti sabato 10 febbraio, in una solenne Celebrazione Eucaristica nella chiesa di S. Antonio di Padova in Cassino. Una chiesa colma di persone, non solo della parrocchia, ma anche della parrocchia-sorella, S. Giovanni Battista, di cui Amministratore parrocchiale è lo stesso Don Benedetto Minchella, parroco di S. Antonio, ma anche di moltissimi compaesani di Francesco Paolo, venuti con due pullman da Vasto. Era presente anche il Sindaco di Cassino, Carlo Maria D’Alessandro. Ad animare la liturgia, il Coro parrocchiale e anche il Piccolo Coro Valeria Galiero, accompagnato da due violini. Una carica di affetto e di emozione straordinaria, perché Francesco da anni serve nella parrocchia di S. Antonio e naturalmente, il più emozionato di tutti era proprio lui, il candidato al Diaconato, che da tempo aspirava a questo importante momento di passaggio.
Entrato in chiesa con la processione dei concelebranti e ministranti, aveva preso posto in prima fila tra i fedeli, vestito in abiti civili. Il primo passo, quando è stato chiamato, è stato di portarsi avanti mentre il Sacerdote responsabile dei Diaconi, Don Giansandro Salvi, attestava pubblicamente al Vescovo che il candidato era degnamente preparato, ed ha risposto, con voce emozionata ma ferma, il rituale “Eccomi”.
Poi, nell’omelia il Vescovo, commentando le letture liturgiche della VI domenica del Tempo Ordinario ha spiegato il significato più profondo del diventare Diacono: impegnarsi a stare sempre alla presenza del Signore, disponibili alla sua opera. E come nel Salmo 50 il re Davide dice “Crea in me, o Dio, un cuore puro“, così ora anche tu, Francesco, ha continuato il Vescovo Gerardo rivolgendoglisi direttamente, lasciati dire oggi dal Signore: Sii purificato. Poiché “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, tu lo vedrai nei fratelli che sei chiamato a servire con cuore puro, perché il Diaconato a cui aspiri richiederà da te la consacrazione al Signore di un cuore puro e integro e fare tutto per la gloria di Dio, evitando ogni forma di “mondanità spirituale”, cosa su cui Papa Francesco richiama sempre l’attenzione di tutta la Chiesa. Richiede povertà e purezza di cuore, espropriazione di sé e primato della carità (il contrario dell’egoismo), senza cercare il proprio interesse. L’icona del cenacolo e della lavanda dei piedi è l’icona centrale della vita come servizio nell’umiltà. A questo servizio tu sei stato da scelto da Dio. I più bisognosi, ha continuato, siano sempre al centro delle tue premure, dei tuoi sacrifici, delle tue occupazioni quotidiane e anche delle tue sofferenze.
Sarai rivestito della cotta liturgica, ha proseguito il Vescovo Gerardo e a questo punto ha citato Don Tonino Bello, suo primo Maestro già nei primi anni del seminario minore, che diceva: “La cosa più importante non è introdurre il grembiule del servizio nell’armadio dei paramenti, ma comprendere che la stola (per te la cotta) e il grembiule sono come il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale, come l’altezza e la larghezza di un unico panno di servizio reso a Dio“. Orientarsi al Diaconato significa allora cominciare a familiarizzare con il grembiule della lavanda dei piedi prima ancora di maneggiare la veste liturgica. Vivi il tuo servizio con i poveri. Non c’è servizio all’altare che non si apra al servizio dei poveri. Impara a servire Dio nella preghiera e la comunità nella fraternità, consapevole che chi serve, annuncia. Infine il Vescovo ha affidato Francesco alla Beata Vergine Maria di Lourdes, la cui statua era esposta ai piedi dell’altare, nella vigilia della festa.
Grande la partecipazione ed il raccoglimento di tutta l’assemblea, e ancor maggiore l’emozione durante il rito di ammissione che ha visto Francesco Paolo porsi davanti al Vescovo nel rito della vestizione: tolta la giacca, è stato aiutato dal Parroco Don Benedetto a vestire la talare e la cotta e si è inginocchiato ai piedi del Vescovo. Ecco, era diventato candidato al Diaconato permanente celibatario, ed ora poteva lasciare la sedia in mezzo ai fedeli e a pieno titolo salire sul presbiterio per il resto della celebrazione.
Quando poi, al termine, ha preso la parola per ringraziare ed esprimere la sua gratitudine a Don Benedetto, al Vescovo Gerardo e a tutte le altre numerose persone che ha nominato con commozione, chiedendo perdono per le incomprensioni che possono esserci state, ha anche aggiunto che nelle tasche della talare, che sono così profonde!, metterà tutte le cose da condividere con gli altri, per vivere dell’amore di Dio. Un grande applauso è “esploso” spontaneo e gioioso, di fronte ad un giovane che vuol vivere la sua vita con tanta generosità.
Il senso della festa ha preso il posto della concentrazione spirituale e si è potuto manifestare pienamente nell’atrio del vicino Teatro Manzoni, dove, con l’aiuto anche dei parrocchiani e dei compaesani e in un’atmosfera di letizia e di familiarità, era stato allestito un bel rinfresco in onore del nuovo candidato al Diaconato permanente celibatario. Auguri, Francesco Paolo!
Adriana Letta