Momenti di emozione e a tratti di commozione quelli vissuti il 12 marzo da una rappresentanza dei gruppi parrocchiali di Gallinaro e delle istituzioni comunali. Alle ore 11:00, infatti, un evento storico ha avuto luogo nella sagrestia del santuario di San Gerardo: alla presenza del delegato vescovile e responsabile dell’Ufficio Arte Sacra mons. Giandomenico Valente, del segretario dello stesso ufficio don Silvano Casciotti e del parroco don Giansandro Sandro sono state traslate, da vecchi contenitori non più idonee a contenerle, le reliquie dei santi confessori Pietro e Stefano, fratelli di ordine e di cammino di San Gerardo, per essere riposte in urne nuove ed esposte alla venerazione della comunità.
La procedura ha avuto inizio con l’apertura e l’attenta ricognizione, effettuata con grande cura, dei reliquiari originari, per poi continuare con la paziente e certosina traslazione di ogni singola reliquia nelle nuove urne, delicato procedimento a cui si sono dedicati, sotto l’attenta supervisione dei sacerdoti presenti, il vice sindaco Pietro Volante e alcuni membri del gruppo di portatori di San Gerardo. A procedimento concluso e dopo due ore di attento lavoro, è stata letta da don Silvano Casciotti la relazione dell’evento scritta sulla pergamena ufficiale, poi firmata dai presenti e riposta in una delle due urne nuove. Infine, queste ultime sono state sigillate con lo stemma vescovile e, in seguito a una breve processione, poste sull’altare del santuario per essere poi benedette dal vescovo Gerardo nel corso dell’accoglienza ufficiale, in programma il giorno successivo.
Nel breve ma intenso discorso conclusivo, mons. Giandomenico Valente ha voluto sottolineare la bella coincidenza di eventi che ha coinvolto la comunità di Gallinaro: proprio nell’anno giubilare della misericordia, avvenimento in cui il mettersi in cammino diventa l’esercizio spirituale più profondo, due santi pellegrini, Pietro e Stefano, si muovono fisicamente per tornare nel santuario, al fianco del loro compagno di viaggio Gerardo, santo patrono della comunità. In tanti modi, infatti, la grazia e i segni di Dio si manifestano a noi: non resta che saperli cogliere per farne tesoro prezioso di una vita improntata alla santità.
Testo di Riccardo Evangelista
Foto di Simone Buzzeo