Gesù, fonte e autore del Battesimo

Battesimo del Signore, Anno A

            La festa del Battesimo del Signore è la festa dell’ingresso di Cristo nel mondo, nel suo ministero pubblico e paradossalmente, la festa che annuncia la necessità della Grazia per gli uomini che devono entrare nel Regno di Dio.

            Così il Battesimo, come segno sacramentale e soprannaturale, afferma il duplice flusso della grazia di Dio nel mondo per mezzo di Gesù Cristo, autore del Battesimo, e la sua ricerca da parte dell’uomo che si converte a Dio per mezzo del pentimento e della penitenza e che riceve questa grazia mediante il Battesimo entrando nel Regno di Dio.

            Sono un po’ lontani i tempi in cui i cristiani credevano nel loro Battesimo al punto di fare battezzare subito i loro figli da poco nati per non privarli ulteriormente della Grazia di Cristo e farli partecipi della vita eterna!

            Il Battesimo è il tesoro più prezioso per gli uomini perché li fa figli di Dio. Molti invece ignorano persino la data del loro Battesimo, preferendo ricordare quella della nascita biologica la quale non conferisce nessuna grazia e nessuna salvezza eterna alle creature.

            Gesù istituisce il Battesimo, dice San Gregorio di Nazianzo, per santificare colui che lo amministra, ovvero san Giovanni Battista. In secondo luogo, prosegue il Santo, lo amministra per distruggere del tutto l’uomo vecchio, non certo il suo, Gesù non aveva nulla di vecchio, cioè di peccaminoso in sé, ma tutto ciò che di immondo vi è nell’uomo sin dal principio.

            Qui subentra la realtà del peccato originale. C’è una colpa di origine che si tramanda nell’uomo sin dal principio del mondo: la realtà del peccato di Adamo. Il cosiddetto peccato originale deve avere valenza storica se è la causa scatenante di tutti gli altri peccati. Se è solo un simbolo dei peccati attuali commessi dagli uomini ciò indurrebbe a pensare che qualcuno ne sia esente.

            Invece il peccato “originale” è la prova dell’universalità, della globalità del peccato. Il peccato è male in sé perché é opposizione a Dio che è buono e giusto. Il peccato è intrinsecamente e sempre un male perché non ha nessuna relazione con Dio.  Fare a meno di Dio o far come se Dio non esistesse, il che è ancor peggio, è ciò che si chiama “il peccato del mondo”, figlio primogenito del peccato di Adamo. Il primo peccato fu commesso da un uomo che col suo atteggiamento ed i suoi geni corrotti, dette vita ad una discendenza di peccato.

            Su questa catena ferrea di condanna dell’uomo, operata dalle sue stesse mani, si posa la mano misericordiosa di Dio che spezza benevolmente la catena per mezzo del sacrificio libero e generoso del suo Figlio che istituisce il Battesimo per far partecipare pure noi al frutto gratuito e benedetto della Redenzione.

            Se il peccato originale non ci fosse tutti sarebbero felici sin dal momento della nascita. Invece la vita è fatta di dolori e delusioni. Sembra alle volte di non vedere il fine della sofferenza. Sin da bambini mille volte la vita è in pericolo per l’ansia e il dolore dei genitori. Sin dall’infanzia si manifesta l’egoismo, l’attaccamento alle cose, il disprezzo dell’altro pur nel cuore del fanciullo. Ciò vuol dire, in radicale contrasto con certo naturalismo, che la malvagità dell’uomo non dipende da agenti sociali che hanno influenzato la persona dall’infanzia ma è iscritta nel cuore stesso dell’uomo sin dall’inizio. Ciò dimostra che dal principio l’uomo ha peccato e trasmette il suo peccato anche ai figli come le malattie ereditarie o “familiari”.

            Gesù istituisce il Battesimo proprio per ovviare a questo disagio ereditario dell’uomo. Senza il Battesimo il peccato si trasmetterebbe di padre in figlio come dice l’Antico Testamento: Il Signore è lento all’ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione (Nm 14, 18).

            Gesù per mezzo del Battesimo viene ad interrompere questa catena infinita di pena meritata dall’uomo. Da solo l’uomo non poteva liberarsi del peccato del suo progenitore: è parte di lui, vive nelle sue viscere e nel suo cuore. Tanto ci vive dentro che oggi, nell’assenza della vita di Grazia, si tende a giustificare pure il peccato più turpe dicendo che è normale perché non si vuole riconoscere l’immensa melma di corruzione in cui si è immersi. Così omicidio, aborto, inganno, dolo, avidità diventano diritti, con nomi melliflui certo, non quelli che ha dato loro la Scrittura e Dio. Tutto ciò però non fa che immergere sempre più l’uomo nel peccato che non solo non vuole più riconoscerlo come tale ma se ne vale come di un diritto.

            Il peccato però, nonostante gli sforzi verbali e psicologici dell’uomo, rimane sempre peccato, inabissa l’uomo nella tristezza, nella solitudine, nella mancanza di gioia e soprattutto lo allontana da Dio, fonte unica di ogni dono perfetto (liturgia). Solo Gesù, col suo Battesimo, può ancora salvarci, a patto che riconosciamo la verità, quella di essere rovinati dal peccato e di voler essere salvati dall’infinita misericordia di Dio. Maria, pre-redenta per pura Grazia, ci soccorra nella conoscenza della verità e nel desiderio generoso di vivere nella Grazia.

di P. Luca M. Genovese

Fonte: Settimanale di P.Pio

 

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