Per detenuti, cappellani e volontari delle Diocesi del Lazio, Giornata della Misericordia vissuta in fraternità al santuario del Divino Amore; presente la Casa Circondariale di Cassino
“Abbiate l’audacia del perdono… liberate il cuore da sentimenti di vendetta” (San G. Paolo II). Sabato 27 aprile, vigilia della Festa della Divina Misericordia, presso il Santuario del Divino Amore (Roma), si è svolta la Giornata della Misericordia per detenuti, cappellani, volontari e persone impegnate nel mondo della giustizia delle carceri del Lazio.
Per la prima volta, su proposta dell’ Ispettorato dei Cappellani delle carceri in Italia, condivisa dai diversi rappresentanti del mondo del volontariato, si è voluto dedicare una giornata a un incontro di preghiera e di riflessione sul tema della pena, della deprivazione della libertà, ma anche e soprattutto sul perdono, tematica sempre complessa anche nella comunità ecclesiale. C’eravamo anche noi di Cassino, della Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, con rappresentanti della città carceraria, ospiti della struttura del San Domenico in Cassino, il Cappellano Don Luigi D’Elia, Il Direttore Aggiunto della Caritas Diocesana Maria Rosaria Lauro e il volontario Caritas Simon Pietro Di Stasio.
Dopo un breve pellegrinaggio in preghiera, con la recita e la meditazione del Santo Rosario su un percorso che ci ha portati dal parcheggio alla Nuova Chiesa, dedicata alla Madonna del Divino Amore, passando per la Porta Santa, luogo dove è avvenuto il primo miracolo della Madonna, siamo stati accolti nella grande struttura ecclesiale capiente a contenere tutti. Se il percorso a piedi è stato bello perché ha visto tutti noi raccolti in preghiera, l’uno accanto all’altro, con gli stessi sentimenti di devozione e di speranza, meravigliosa è stata l’esperienza vissuta nella Chiesa, dove si sono alternate esperienze di vita dei diversi volontari che operano nei carceri del Lazio; sono state lette l’Omelia che il Santo Padre ha tenuto nel carcere di Velletri lo scorso 4 aprile e la testimonianza di Rita Borsellino, sorella di Paolo Borsellino ammazzato dalla mafia, rilasciata qualche anno fa dopo un percorso su se stessa complicato e tormentato.
L’Omelia del Santo Padre, centrata sul servizio, ha ravvivato in tutti noi volontari la bellezza dell’amore nel servire l’altro, e sicuramente ha evidenziato a tutti i presenti l’importanza di vivere secondo la regola di Gesù che è quella del servizio, non del dominare, di fare del male e di umiliare gli altri, “…nel nostro cuore, dice il Papa, ci deve essere sempre questo amore di servire l’altro… un gesto che ci aiuta ad essere più amici, più fratelli…”.
Rita Borsellino nella sua testimonianza sottolinea come attraverso un cammino difficile, in cui si sono alternati momenti di dolore e di risentimento, ci sia stata una presa di coscienza in merito al dono che ognuno di noi ha ricevuto da Dio di non odiare, di non cercare vendetta ed al bisogno che si ha di condividerlo proprio con chi ti ha fatto del male.
Le esperienze dei volontari con la loro dedizione, l’Omelia sul servizio del Santo Padre, la testimonianza di dolore e di amore di Rita Borsellino, hanno arricchito e impreziosito la nostra giornata mettendo al centro la persona, l’uomo e la sua dignità, in un cammino di rinascita e di redenzione. Quanti pensieri, quante riflessioni sul nostro essere Chiesa nel carcere! Ogni intervento di Dio sull’uomo acquista il carattere di un “riscatto”, di una “libertà ritrovata”, di una “salvezza”. Certamente sin dalle origini, in ogni fase della storia, la “professione di fede” si coniuga con la promozione della giustizia, della pace e del perdono, dell’amore preferenziale per i più deboli.
Già nella storia di Caino e Abele, Dio accusa il colpevole, ma poi lo perdona “inventando” un luogo di tutela e di perdono che non elimina le responsabilità penali e sociali, ma lo libera dal peso della vendetta e gli fa assaporare il valore della misericordia. Abbiamo offerto, poi, il nostro donarci all’altro, con le nostre pene, le nostre ansie e le nostre speranze durante la celebrazione della Santa Messa, dove lo spezzare il pane ha reso tutti noi partecipi e responsabili alla vita delle nostre comunità cristiane, incarnate vicine ai bisogni e alle speranze della gente, capaci di farsi carico dei problemi e delle attese relative alla pace e alla giustizia.
Il tutto si è concluso con un momento di festosa convivialità nel segno della fraternità e della condivisione. Il rientro a casa è stato piacevole, i nostri compagni di esperienza, ospiti della Casa Circondariale di Cassino, hanno riso, scherzato, si sono lasciati andare a delle confidenze, hanno aperto i loro cuori mettendoci a parte del loro vissuto e dei loro progetti per il futuro.
E’ stato bello, si è aperto uno squarcio di cielo sereno nel temporale della vita dei ragazzi. Ci siamo sentiti fratelli pronti a riprendere il cammino mano nella mano. Il tutto collocato nella cornice della Giornata della Misericordia.
Maria Rosaria Lauro