Giornata della Vita Consacrata

Riunite nel monastero di Santa Scolastica le religiose della Diocesi hanno rinnovato i loro voti e festeggiato

La piccola chiesa del monastero benedettino di Santa Scolastica a Cassino, sabato 2 febbraio, si è riempita di veli di tanti diversi colori, di sorrisi, di saluti affettuosi e gentili: erano le religiose delle varie zone della Diocesi convenute per la Giornata della vita consacrata, che la Chiesa pone quaranta giorni dopo il Natale, nella festa della Presentazione di Gesù al tempio. Attendevano l’arrivo del vescovo Gerardo Antonazzo, e intanto preparavano i canti, le letture e tutto il necessario. Varie le congregazioni presenti, vari i colori dei veli e dei visi, segno non solo di famiglie religiose diverse ma anche di differenti e lontani paesi di origine: il risultato era una grande e ricca armonia, un senso di “famiglia di famiglie” capaci di stare insieme e capirsi senza problemi.

La celebrazione ha preso inizio con l’accensione del cero pasquale, simbolo di Cristo, luce del mondo, e ad esso ogni consacrata, suora o monaca, ha acceso la sua candela, a ricordo del Battesimo che ci ha resi figli di Dio. Il Vescovo Gerardo, dopo le invocazioni di rito, ha benedetto i ceri accesi, che facevano brillare gli occhi e sentire l’intensa e raccolta partecipazione di queste donne che hanno consacrato la vita intera a Dio e ai fratelli.

Sul motivo della luce ha incentrato la sua omelia il Vescovo: «Fare luce, ha detto, significa, anche nel parlare comune, fare chiarezza, per noi significa fare discernimento per capire la volontà di Dio. Non basta il discernimento fatto con la propria guida spirituale al tempo in cui si doveva capire bene la propria vocazione, perché anche dopo compiuta la grande scelta di vita, occorre sempre, giorno dopo giorno, fare discernimento per capire la volontà di Dio nella propria vita. E questo non può mai essere un fatto solitario, ma comunitario. Il peggior rischio è sicuramente il ripiegamento su se stessi, ritenendo di capire tutto da soli e che se c’è qualche sbaglio è colpa di altri. Voi siete figli della luce, dice S. Paolo, perciò dobbiamo camminare come tali, dando testimonianza e diffondendo la luce nella quale siamo immersi con la grazia del Battesimo e poi con la grazia della consacrazione. La luce per sua natura si diffonde, se questo non accade vuol dire che non c’è luce, che ci siamo spenti. Dobbiamo essere grati per questa luce di grazia e vivere nel continuo discernimento perché questo migliora la vita nostra e degli altri».

Un momento molto toccante è stato quando le religiose hanno tutte insieme rinnovato i voti religiosi, chiedendo a Dio la luce e la forza dello Spirito Santo per mantenere fede alle promesse fatte e hanno pronunciato queste parole: “Rinnoviamo a Dio, con entusiasmo, alla presenza di tutta la Chiesa, i voti di Castità, Povertà e Obbedienza secondo le nostre Costituzioni e Regole, per vivere la pienezza dell’amore, nella comunione fraterna e con il mondo intero” ed hanno chiesto l’aiuto della Vergine Maria, “al fine di realizzare il progetto d’amore che Dio ha per ciascuna di noi”. La serietà e l’emozione del momento si risolvevano in gioia profonda, che traspariva dagli occhi e dai gesti.

Dopo la Messa, Madre Placida, Badessa del monastero, ha invitato tutti a spostarsi nella sala, dove avevano allestito un buffet, con la collaborazione di tutte. Ed è stato un bel momento conviviale per fare festa tutti insieme, con un particolare augurio per chi compiva un anniversario importante dalla consacrazione, con una bella torta.

Grandi donne queste religiose, monache e suore, che hanno fatto grandi scelte nella vita: hanno tralasciato le cose futili e vane e preferito quelle importanti e sostanziali, alcune di loro scegliendo addirittura la clausura, che il mondo di oggi stenta tanto a capire. Non mancheranno loro difficoltà e momenti difficili, ma certo “hanno scelto la parte migliore” (come disse Gesù a Marta): lo si capisce dai loro sguardi sereni e trasparenti, dal candore, dalla gioia e dalla “sapienza” del loro cuore, con cui sanno aiutare gli altri. Grazie, sorelle!

Adriana Letta

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