Preghiera riflessione azione
Giornata diocesana per la custodia del Creato e nascita del Circolo Laudato Si’
Si è svolta domenica 13 settembre, presso il convento di San Francesco in Vicalvi, la Giornata diocesana per la custodia del Creato, una iniziativa nata dall’azione congiunta tra Caritas, Pastorale sociale del Lavoro, Progetto Policoro, Ucid . Un evento di grande valore umano e sociale; la giornata, ha visto il susseguirsi di vari momenti: contatto con la natura, profonde riflessioni di assoluto valore antropologico per la custodia del Creato, divertimento.
La Giornata è iniziata con il cammino francescano da Fontechiari al Convento di Vicalvi, percorso naturalistico sulle orme di San Francesco a cura di Giuliano Fabi, storico del territorio che si è occupato di illustrare l’itinerario, dove la storia racconta il passaggio di San Francesco. Arrivati al convento è stata celebrata la Messa all’aperto da mons. Antonio Lecce, parroco di Vicalvi.
Alle ore 15.30 è iniziata la seconda parte della giornata con l’intervento di apertura del vescovo Gerardo Antonazzo, il quale ha sottolineato l’importanza di collaborare per la crescita di una coscienza collettiva, per la responsabilità verso l’ambiente e la casa comune che comprende ecologia, relazioni, l’intero sistema economico-sociale. Ha ricordato come Papa Francesco durante la preghiera dello scorso 27 marzo in Piazza San Pietro affermò: «Siamo sani in un mondo malato». Non si parla solo di ambiente ma anche di relazioni; la casa comune, la responsabilità per la custodia del creato cresce al crescere della responsabilità di ciascuno, in ciò che deve compiere ogni giorno, negli stili di vita che non riguardano solo gli atti, ma la responsabilità o la irresponsabilità di ciascuno di noi. La coscienza comune, ha proseguito il Vescovo, cresce nel momento in cui acquista consapevolezza del proprio operato da parte di tutti; non si può parlare di coscienza collettiva a livello di ecologia integrale se non cresce la responsabilità personale; ciò che non diventa responsabilità di ciascuno non diventerà mai a pieno titolo consapevolezza, coscienza collettiva riguardo alla visione comune, al vivere fraterno e dell’abitare la casa comune. Infine ha rimarcato l’importanza dell’appartenenza come fratelli: c’e bisogno di vivere, obbedire a questa appartenenza comune. All’intervento del Vescovo è seguita la recita della preghiera del tempo del creato 2020, da parte della piccola Beatrice.
I lavori della giornata sono proseguiti con il convegno che ha visto impegnati illustri relatori. Ha introdotto l’avv. Francesco Rabotti, direttore dell’Ufficio diocesano Pastorale sociale del lavoro e custodia del creato, il quale ha spiegato il senso della giornata, legata alle manifestazioni mondiali per la custodia del creato; la Diocesi, su sollecitazione del Vescovo, ha inteso celebrare questa giornata , considerato anche il tema della prossima Settimana sociale dei Cattolici italiani che prende l’avvio da un’affermazione più volte ribadita da papa Francesco: “Tutto è connesso”. La giornata, ha proseguito Rabotti, serve ad approfondire il legame tra ecologia ed economia alla luce del principio di “sostenibilità integrale”, che coinvolge l’ambiente, l’economia ed il sociale.
Sono seguiti gli interventi dei relatori. P. Antonino Clemenza, docente di Filosofia presso l’Università Antonianum e direttore delle Opere antoniane, ha affrontato il tema della cura come responsabilità per superare la cultura dello scarto. Padre Antonino si è soffermato sul concetto di responsabilità, ovvero dare risposta alle conseguenze delle proprie azioni.
Responsabilità come relazioni con il creato, con gli altri, con tutti coloro che stanno con noi; noi siamo responsabili perché l’altro, per quello che già è, ci chiama alla responsabilità. Si è responsabili non solo nei confronti di ciò che conosciamo e vediamo, ma di tutti, siamo responsabili non solo dell’oggi ma anche delle generazioni che verranno, perché come noi abbiamo ricevuto il mondo in un determinato modo così anche le generazioni future hanno diritto a ricevere un mondo pulito.
Responsabilità non riguarda solo gli altri, ma c’è una responsabilità personale, tutti noi siamo chiamati a una responsabilità dettata dalle relazioni che abbiamo con gli altri e con il creato. Parlare di Cultura di scarto equivale a parlare di ecologia perché nel creato viviamo manifestando la nostra azione e perché dal creato riceviamo, pertanto bisogna curarlo e preservarlo.
Oreste Bazzichi, docente di Sociologia alla Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum, ha illustrato il contributo della Scuola francescana medioevale allo sviluppo di quelle idee che risulteranno centrali nel porre le basi del pensiero economico moderno, ispirando, con la felice invenzione dei Monti di Pietà, le moderne istituzioni bancarie e dimostrando come il pensiero francescano abbia offerto uno sprone importante allo sviluppo di una concezione moderna di mercato, a partire dalla testimonianza di vita di San Francesco, che ha rappresentato fedelmente e con estrema concretezza la sua altissima ispirazione spirituale. Molto interessante anche la illustrazione del pensiero dei Francescani Pietro Giovanni Olivi, Giovanni Duns-Scoto, Bernardino da Siena e Bonaventura da Bagnoregio, effettuata sulla base di una rigorosa ricerca delle fonti storiche. Bazzichi ha concluso rilevando come il distacco materiale dai beni propugnato dal pensiero francescano come segno di perfezione di vita, diventa la leva per costruire una civiltà basata sull’inclusione sociale e l’integrazione culturale, mettendo al centro il rapporto dialogale, con una attenzione particolare alla vita sociale del popolo, dal momento che la scelta di fondo dei Francescani era di stare e vivere in mezzo alla gente.
Infine è intervenuto (in collegamento audio-video da Milano), Giuseppe Sabella direttore di Think-Industry 4.0, che ha di recente pubblicato “Ripartenza verde” il cui tema centrale riguarda l’industria e la transizione ecologico-energetica, nel quadro della nuova globalizzazione e del ruolo nuovo che l’Europa deve recitare in questo nuovo contesto. Sabella ha ricordato che la pandemia ha fermato il mondo intero e ci ha costretto a ripensare la nostra vita, da qui una serie di abitudini e un’organizzazione sociale nuova con le persone che ricercheranno sempre più la qualità della vita. Seguirà un ripensamento della globalizzazione per come l’abbiamo vissuta finora, con una marcata accentuazione di un processo di regionalizzazione del mercato mondiale. Da questo punto di vista Sabella nutre estrema fiducia nel ruolo che l’Europa potrà svolgere per il rilancio dell’economia e delle produzioni, non solo in chiave ecologica, ma anche in chiave di innovazione digitale, in attuazione del programma compendiato nel “Green New Deal” lanciato dalla Commissione europea.
In conclusione è intervenuto Don Akuino Toma, direttore della Caritas diocesana il quale ha sottolineato l’importanza del luogo dove è stata celebrata la giornata, il convento di Vicalvi, dove c’è traccia storica del passaggio di San Francesco, convento che è stato preparato per ospitare l’evento grazie all’opera dei volontari Caritas, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid, Caritas che da sempre ha avuto a cuore la celebrazione di questa giornata ed ha concluso invitando i presenti a vivere la Laudato sì nelle scelte di ogni giorno.
Terminate le relazioni è stato inaugurato, nell’ambito dell’Ufficio della Pastorale sociale del lavoro, il primo Circolo diocesano Laudato si’ con la presentazione dei suoi componenti, circolo che svolgerà una intensa opera di sensibilizzazione sulla necessità di attivazione di processi di sostenibilità integrale e di germinazione di altri circoli sul territorio.
Successivamente i partecipanti hanno potuto visitare il convento a cura di Visit Val di Comino e infine l’ultimo evento che ha chiuso la Giornata: lo spettacolo teatrale Dolce sentire, sulle orme di San Francesco, a cura di Luca Mauceri.
Equipe Pastorale sociale del lavoro e custodia del creato
Foto Rosalba Rosati
Di seguito anche il video del Convegno: