I giovani si avvicinano a grandi passi a Cracovia e all’incontro – insieme a migliaia di altri fratelli – con Papa Francesco.
Dopo essere partiti da Budapest, dove hanno fatto visita e pregato nella chiesa di Santo Stefano, ed avere attraversato Bratislava, oggi sono giunti al monastero di Velehrad, la Betlemme morava dedicata ai Santi Cirillo e Metodio compatroni d’Europa.
Il monastero di Velehrad e, soprattutto, la sua basilica, sono il centro spirituale della Repubblica Ceca. Qui ebbe inizio la millenaria storia della cristianità in questa parte d’Europa. Il monastero fu fondato nel XIII secolo ai piedi dei Monti Chřiby. La parte più importante del complesso del monastero è la basilica dell’Assunzione della Vergine Maria e dei Santi Cirillo e Metodio, il santuario più importante della Repubblica Ceca.
Questi fratelli di Salonicco vennero nella Grande Moravia nell’anno 863 su richiesta del secondo principe della Grande Moravia, Rostislav, poi proclamato santo. Affinché la loro missione di divulgazione del Cristianesimo avesse successo, celebravano le messe in lingua slava, per la quale Costantino/Cirillo creò un apposito alfabeto (il glagolitico poi sostituito dal cirillico). I due missionari ebbero così un’importanza sostanziale per lo sviluppo culturale di questa parte d’Europa dando inizio all’evangelizzazione dell’Europa dell’Est.
«Volendo ora riassumere in breve il profilo spirituale dei due fratelli, si deve innanzitutto registrare la passione con cui Cirillo si avvicinò agli scritti di san Gregorio Nazianzeno, apprendendo da lui il valore della lingua nella trasmissione della Rivelazione. San Gregorio aveva espresso il desiderio che Cristo parlasse per mezzo di lui: “Sono servo del Verbo, perciò mi metto al servizio della Parola”. Volendo imitare Gregorio in questo servizio, Cirillo chiese a Cristo di voler parlare in slavo per mezzo suo. Egli introduce la sua opera di traduzione con l’invocazione solenne: “Ascoltate, o voi tutte genti slave, ascoltate la Parola che venne da Dio, la Parola che nutre le anime, la Parola che conduce alla conoscenza di Dio”». (Benedetto XVI, udienza generale in Piazza San Pietro, 17 giugno 2009). Come è importate, allora, l’ascolto.
Sulle orme di Cirillo e Metodio i giovani vogliono rispondere all’invito di sempre e al primo di ogni comandamento: “Ascolta Israele il Signore è il nostro Dio il Signore è Uno” consapevoli che tutti abbiamo bisogno di comprendere, con l’aiuto della Chiesa che è Madre, quale sia la volontà e quale il progetto di Dio per ognuno di noi. Per questo cari ragazzi siete lì in pellegrinaggio, per questo siamo tutti in un Cammino di Fede in una parrocchia concreta, in Pellegrinaggio verso il Cielo.
Bruno Forte