La Celebrazione Eucaristica e la lavanda dei piedi nell’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino
Giovedì Santo, primo giorno del Triduo pasquale che rappresenta il culmine e la fonte della fede cristiana, va celebrato degnamente, va meditato, vissuto, spiegato, rappresentato. Non solo in tutte le parrocchie, come è normale che sia, ma anche nei luoghi dove si trovano persone che non possono scegliere di andare in chiesa. Luoghi dove non si sta certo in vacanza, ma anzi si soffre e spesso si ha paura della propria palesata fragilità e precarietà, si perde la Speranza. Perciò è fondamentale che il Sacerdote porti anche, e aggiungerei: soprattutto, in questi luoghi il dolore di Gesù, la sua bontà e la sua Speranza che è per tutti.
Così nell’Ospedale civile “Santa Scolastica” di Cassino, il cappellano, nonché responsabile diocesano della Pastorale della salute, Don Mario Colella, in un orario necessariamente anticipato per adeguarsi ai ritmi della giornata ospedaliera, ha celebrato la messa “In Coena Domini”. Non nella cappella, che si trova al piano-terra, ma in un reparto, quello di Geriatria, allestendo l’altare su un tavolino e ponendo lungo i lati del corridoio delle sedie, portate dalle camere di degenza, per far sedere i pazienti che, potendosi alzare dal letto, hanno voluto partecipare. Il corridoio-chiesa si è affollato e Don Mario, aiutato dai volontari Unitalsi e Caritas, ha celebrato per i ricoverati, i loro familiari e per il personale sanitario presente al momento. Ha compiuto anche la lavanda dei piedi, che caratterizza il Giovedì Santo e, ricordando e facendo rivivere il gesto di Gesù che si fa umile servitore dei suoi discepoli lavando loro i piedi, ricorda ai Sacerdoti e a tutti i cristiani qual è lo stile della vita cristiana, quello del servizio ai fratelli, soprattutto a quelli che sono in difficoltà, fatto per amore. Davvero quel corridoio era un tempio, tanto era forte ed intensa la partecipazione di tutti. Don Mario ha lavato, asciugato e baciato i piedi ai ricoverati ed i loro occhi, che all’inizio mostravano uno sguardo di rassegnazione, un po’ perso nel vuoto, sembravano riprendere vita, perché la sofferenza, curata con amore e offerta per amore riesce a trasformarsi perfino in Speranza e in Gioia. Sono i doni di Cristo e arrivano sempre al cuore sincero.
Adriana Letta
Foto: Alberto Ceccon