Giubileo della Vita consacrata a Sora

Presentazione del Signore e giubileo della vita consacrata

Martedi 2 febbraio S.E.Mons Gerardo Antonazzo ha presieduto la celebrazione della Festa della presentazione di Gesù al tempio e del Giubileo della vita consacrata nella cattedrale S.Maria Assunta in Sora.

La funzione, animata dalla corale della Cattedrale di Sora, diretta dal M° Giacomo Cellucci, dalla solista Anna Laura Tamburro e dall’organista Marianna Polsinelli, ha visto la partecipazione di numerosi consacrati e consacrate provenienti da diverse Congregazioni ed Istituti e da varie confraternite, che dalla chiesa di S.Francesco si sono raccolte in processione verso la chiesa giubilare: le diversità di tutti questi carismi hanno converso in questa festa liturgica per varcare insieme la soglia della Porta Santa e rendere grazie a Dio per il bene operato nello spirito del Giubileo.

La celebrazione è iniziata con il Rito delle candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti“, come il bambino Gesù viene chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme e segno di continuità con la Luce che è giunta a Betlemme nella notte di Natale; ed è proprio la consacrazione al Signore che diventa “accoglienza di quella Luce sovrannaturale che entra nel tempio della nostra esistenza creaturale”, così come ha ricordato il nostro Vescovo.

In questi tempi gli istituti religiosi e le congregazioni sono indebolite da tante difficoltà, in primis la crisi vocazionale, ma tutti coloro che hanno scelto la vita consacrata devono continuare a brillare poiché essi sono “i Lucernieri della casa”, «[…]Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5).

La vita consacrata è segnata dai tre Consigli evangelici: Povertà, Castità, Obbedienza. La prima virtù implica l’abbraccio totale ed esclusivo a Dio, la seconda la pienezza della gioia nell’amore di Cristo, la terza è corroborata dal “distacco di sé” ma non dal disprezzo della propria dignità, è l’affidamento completo a Lui, lontani dall’ossessione della propria gloria.

S.E. Mons. Gerardo Antonazzo ha concluso la sua omelia con l’immagine dell’Attesa di Dio, cuore della vita di tutti i consacrati come Simeone ed Anna, che hanno vissuto tutta la loro esistenza in attesa di vedere Colui del quale il profeta Malachia aveva detto: “Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate” (Malachia 3,1).

Marianna Polsinelli

 

Foto Anna Laura Tamburro

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