Il legame che unisce San Giovanni Paolo II a Papa Francesco è molto stretto: infatti se per il papa santo non c’è nessuna possibilità di pace senza giustizia, il papa venuto dai confini del mondo ci invita a rompere le catene della schiavitù, a infrangere le barriere dell’ingiustizia sociale, considerate una vera e propria piaga per l’umanità intera. Manca la pace sulla terra, non c’è lavoro per i nostri ragazzi, si specula perfino sull’inquinamento ambientale che riduce il creato in una fabbrica di veleni, un manipolo di avidi finanzieri tiene in scacco il mondo dell’economia con i suoi giochetti che bruciano sempre e solo i risparmi della gente onesta, le multinazionali che producono armamenti lucrano sulla vita di tante persone, alimentando la fiamma vorace dell’integralismo. Per tale motivo, confidando soprattutto nel Signore, Papa Francesco ci insegna anche che non c’è pace senza preghiera, non c’è pace senza prendersi cura degli ultimi, i quali agli occhi di Dio non potranno che occupare i primi posti…
Oggi nella chiesa di San Carlo, intorno alla venerata immagine della Madonna di Canneto, i primi posti sono stati occupati dagli oltre cento malati assistiti amorevolmente dagli amici dell’UNITALSI. Già dalle prime ore del mattino la chiesa si è riempita della preziosa presenza di quanti soffrono e con grande dignità portano la croce della loro malattia. Il parroco don Dante e la comunità parrocchiale hanno voluto offrire un pranzo a tutti gli intervenuti, ma soprattutto hanno voluto donare un momento di sana allegria e fraternità. Nel nome di Maria, alla quale anche San Giovanni Paolo II ha voluto dedicare tutta la propria esistenza e la coraggiosa azione pastorale, la giornata è trascorsa via tra un canto e una preghiera, una testimonianza di vita e una riflessione. A volte, gli uomini non valutano abbastanza il grande dono della salute e si lamentano per delle piccole cose che di tanto in tanto ostacolano il cammino della vita di ognuno; oggi tutte le persone presenti a San Carlo hanno imparato, da chi soffre con dignità, che non c’è cosa più bella che santificare il nome di Dio e accettarne serenamente la volontà, in attesa della venuta del Regno dei Cieli.
O Madonna di Canneto, “fa che tutti avvertiamo la tua dolcissima presenza e gustiamo ogni giorno quella serenità che nasce dalla convinzione, di avere sempre vicino una Mamma e quale Mamma!”. Come sul Tabor, la comunità intera si appresta a scendere a valle, in mezzo all’altra gente, ma questi giorni di preghiera, contemplazione e beatitudine sono il miglior viatico per affrontare con fermezza nella fede e nell’amore i giorni che ci separano dalla nostra inevitabile “prima morte”, quella del corpo. Madonna di Canneto, anche quando lascerai la nostra comunità, continua ad intercedere per noi, a concederci amorevole la tua benedizione, a donare gioia e salute, luce e conforto, pace e prosperità.
– Carlo Giovannone