Incontro zonale a Cassino nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo
Ultimo incontro zonale per la Visita Pastorale a Cassino del vescovo Gerardo Antonazzo: si tratta dell’incontro del Pastore diocesano con gli operatori Caritas dell’intera zona pastorale. Si è svolto venerdì 8 gennaio presso la chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo Apostolo in Cassino, dove è in pieno svolgimento la Visita pastorale 2021, insieme alla parrocchia di S. Antonino Martire. In apertura si è pregato con la bella preghiera composta proprio per questa Prima Visita Pastorale, poi il parroco, padre Elmer Aurelio, ha porto il saluto al Vescovo ed ha invitato i presenti, rappresentanti di varie parrocchie, ad illustrare le varie realtà caritative e le esperienze più recenti. E’ apparso un quadro vario e ricco di iniziative portate avanti in questi ultimi mesi, in cui l’emergenza pandemia ha amplificato i problemi e soprattutto le povertà e i bisogni, ma anche la solidarietà. Infatti si è toccato con mano quanta generosità è stata dimostrata di fronte alle necessità delle famiglie, quanto sia importante il Centro di Ascolto Caritas, ma anche quanto sia necessario andare alla ricerca di quelle persone che per vergogna non riescono a chiedere aiuto. Perciò, si è detto, la chiesa deve farsi vicina a chi soffre, non solo accogliere chi chiede. La Caritas della parrocchia ospitante ha testimoniato i progressi compiuti, gli aiuti crescenti offerti durante la pandemia, i rapporti con le altre Caritas, la sensibilizzazione dei bambini, che hanno fatto tanti lavori sul tema della carità, esposti in chiesa. Stesso entusiasmo è emerso anche dalle parole degli altri intervenuti.
A questo punto è intervenuto il Vescovo, il quale ha ricordato la cosa principale: noi non siamo una ong, il nostro valore aggiunto è Cristo. Il cuore della carità cristiana è “farsi dono”, non fare doni. Come abbiamo pregato all’inizio, dobbiamo “rigenerare l’ottimismo della carità fraterna”. Poi si è rifatto alla pagina del Vangelo di Marco letta nella liturgia eucaristica, un racconto molto bello, in cui Gesù sente “compassione” per la folla, “perché erano come pecore che non hanno pastore”: Gesù com-patisce, sente come proprio il dolore dell’altro. Ai discepoli che gli consigliavano di congedare la gente, Gesù risponde “date voi loro da mangiare”. Gesù li coinvolge e non manda via nessuno. Poi prese tra le mani i cinque pani e i due pesci, cosa umanamente ridicola ma è quello che la gente aveva a disposizione ed aveva offerto, spezzò i pani e divise i pesci. La condivisione è quella che arricchisce. In fondo, chi ha molto da dare non fa fatica come chi ha poco da condividere. Questo è lo spirito interiore, ha concluso il Vescovo, con cui ognuno di noi deve agire. La nostra carità non deve mai “delegare” ad altri, ma muoversi di persona. Altra cosa importante è che la carità non la facciamo noi operatori “per” la parrocchia, ma la fa la parrocchia “per mezzo di noi”. La Caritas parrocchiale, ha chiarito, è un organismo educativo, non è solo per fare i pacchi; gli operatori della carità non sono sostitutivi della parrocchia, ma sono promotori di un processo educativo della comunità rendendo permanente l’attenzione alla carità e alla povertà (“I poveri li avrete sempre con voi” ha detto Gesù). Una delle povertà di oggi è la radice di tutte le povertà: è la povertà educativa. Oggi c’è una terribile “desertificazione educativa” che è una sfida per noi e deve essere affrontata con competenza, per cui bisogna formarsi e qualificarsi per iniziare un accompagnamento educativo per famiglie, per adolescenti e ragazzi. Sia nelle periferie che nei centri urbani tante povertà economiche dipendono dalla povertà educativa, basti pensare al gioco d’azzardo.
Molti gli spunti e gli stimoli donati dal Vescovo Gerardo agli operatori delle Caritas parrocchiali: c’è indubbiamente bisogno di continua formazione, hanno convenuto tutti, rinvigoriti e rimotivati per un nuovo generoso impegno nella carità
Adriana Letta