Con il Vescovo nella Chiesa di S. Antonio a Cassino, il rito della Promessa scout di impegnarsi a fare del proprio meglio
Si sono ritrovati in tanti gli Scout nella chiesa di S. Antonio in Cassino, lupetti, lupette, esploratori, guide, capi ed anche ex, tutti in uniforme e col fazzolettone al collo, perché quando si è stati scout, lo si rimane per tutta la vita. Dunque, nel giorno di festa del loro Patrono, San Giorgio Martire, il 23 aprile, c’erano scout di oggi e di ieri, amici, familiari e simpatizzanti, per un appuntamento importante e determinante, il Rinnovo della Promessa e lo facevano in stile scout: tutti insieme, in una Celebrazione speciale, presieduta dal vescovo diocesano, mons. Gerardo Antonazzo. A concelebrare con lui c’erano mons. Giandomenico Valente e Don Ercole Di Zazzo, responsabile diocesano degli Scout, e c’erano anche il Parroco Don Benedetto Minchella ed il vice, Don Gabriel.
Tra i banchi l’atmosfera era quella degli avvenimenti importanti, con le chitarre per accompagnare i canti e con tutti i simboli abituali dei vari reparti. Distribuiti sui banchi i libretti per seguire bene la celebrazione, curati dal Gruppo Scout Agesci Cassino 3, e i capi davano le ultime istruzioni quando è entrato il Vescovo, che subito ha salutato soffermandosi familiarmente qua e là con i bambini ed i ragazzi. Prima dell’inizio della celebrazione, i capi hanno fatto un’introduzione per ricordare a tutti l’importanza del momento, perché chi intraprende il cammino accettando la proposta dello scoutismo, la Legge e la Promessa, si impegna e rinnova sempre il suo impegno a mantenere la parola data, cioè a migliorare se stesso con impegno quotidiano, per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ha trovato.
Dopo la liturgia della Parola, il Vescovo per l’omelia è sceso dal presbiterio e davanti ai bambini, dialogando con loro, ha parlato proprio di questo “promettere”, che significa mettere avanti, prima e al di sopra di tante altre cose il proprio impegno e continuarlo anche nel futuro. Promettere non è difficile, ha sottolineato, nel senso che “voi non promettete di non sbagliare mai, non disubbidire mai, di non fallire mai, perché nessuno è perfetto, ma promettete, date per certo, di fare tutto il possibile, quello che potete, come potete, di fare del vostro meglio”. Non significa solo “dire” le parole della Promessa, ma “dare la parola“, cioè mantenere la promessa di impegno. La promessa, ha continuato per esemplificare, la fanno le persone serie per certe decisioni importanti della vita: chi diventa Sacerdote promette, chi si sposa promette e gli Scout promettono di impegnarsi per poter crescere. Oggi, ha concluso, siamo qui per rinnovare la nostra promessa, perché certamente può essere capitato di non aver mantenuto bene la promessa, per questo la rinnoviamo, per ripartire nel nostro cammino di crescita.
Subito dopo c’è stato il grande e suggestivo momento del rinnovo della Promessa: in piedi, in cerchio davanti all’altare attorno al Vescovo e ai Sacerdoti, i capi e un lupetto ed una lupetta, a nome di tutti, hanno detto: “Prometto con l’aiuto e l’esempio di Gesù, di fare del mio meglio nel migliorare me stesso, nell’aiutare gli altri, nell’osservare la Legge del Branco“. E un Esploratore e una Guida: “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la Legge Scout“. Il canto ha suggellato queste importanti parole e la messa è continuata. All’Offertorio, gli Scout significativamente hanno portato all’altare e offerto al vescovo un completo per altare con ricamato il giglio, tipico simbolo scout.
Al termine della celebrazione, maxi-foto di gruppo per ricordare un momento forte per la vita di tutti, anche di quei vecchi scout tornati ragazzini col sorriso. Poi, nel salone parrocchiale, un bel momento di festa aspettava tutti i partecipanti per vivere insieme un momento gioioso.
Adriana Letta
