Mentre si vede il treno ripartire dalla stazione un po’ di dispiacere entra nel cuore di tutti, perché una parte di sé è rimasta nella grotta.
Il viaggio dei giovani a Lourdes del 2015 è stato effettivamente un altro capitolo di una storia iniziata tanto tempo fa, nel lontano 1999, e rinvigoritasi a partire dal 2013 con la formazione di un gruppo giovani sempre più unito.
Non è stata solo fatica il viaggio e il pellegrinaggio, perché nella fatica, nelle sveglie presto la mattina, nelle veglie la notte avanti alla grotta abbiamo trovato un vigore nuovo, la forza dello spirito che solo Maria, la Madre di Dio senza macchia, può concedere per rientrare nel mondo delle proprie case, nella vita quotidiana che ciascuno svolge.
Il pellegrinaggio non è dunque solo un’esperienza da “vecchi”, ma al contrario si dovrebbe dire che è una cosa per giovani, soprattutto per coloro che hanno lo spirito giovane e sono in grado di continuare a ridere e scherzare insieme anche con la stanchezza di un viaggio lungo e di una permanenza occupata in ogni momento da qualche attività.
Vale davvero la pena provare quest’esperienza e ce lo conferma il fatto che tutti, dopo averla provata, vogliono ripeterla ogni anno, perché non si tratta né di una semplice vacanza, né di un calvario: i giovani a Lourdes per una settimana sono una famiglia, un focolare di affetti sinceri che si generano spontaneamente in un luogo tanto speciale. Non c’è differenza tra nuovi arrivati e veterani perché tutti, dopo il primo giorno, sono talmente felici da sentirsi già come amici di vecchia data.
Adattarsi di sicuro è necessario, ma risulta molto facile se vi è una famiglia, come quella dei giovani, a sostenere tutti, anche chi zoppica un pochino a capire che questo non è un semplice viaggio, né un’esperienza per tutti, ma una scuola di vita dove si impara ad ascoltare, capire, aiutare e, perché no!, anche a divertirsi con gli altri.
Un punto fondamentale che sicuramente colpisce tutti i giovani è il ritrovarsi insieme ad altri coetanei di tutto il mondo e riunirsi tutti insieme, perché i sentimenti che ci muovono sono gli stessi per tutti e allora non siamo più soli ma capiamo di costituire un grande corpo in grado di testimoniare il messaggio evangelico a tutti gli uomini, fino ai confini della terra, e in grado anche di promuovere una cultura del dialogo e della conoscenza, cosa che a Lourdes avviene costantemente tra tutti.
A Lourdes con i giovani si smette dunque di essere semplice gente comune e si scopre di essere persone umane, rispettate nella propria umanità e incitate dalla fratellanza cristiana a costituire un organismo solido, seppur dalle forme non usuali.
– Luca Fiorletta
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