Il Conforto

Questo è il mio conforto nella mia afflizione; che la tua parola mi vivifica. [Salmi 119:50]

 

Dall’ultimo brano di Tiziano Ferro vengono fuori due “costanti” della vita dell’uomo: la sofferenza e la consolazione o, diremmo, il conforto, alla maniera del cantautore.
Due costanti anche nella vita del cristiano.

Infatti, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche il suo conforto.
Cristo ha sofferto e si è immolato per donarci la Salvezza e la Vita. E questo è il nostro conforto.

Perché anche se “per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole coraggio” alla fine è il conforto a prevalere e a dare un senso alla sofferenza, a far sì che “il gioco valga la candela”.

Da Cristo abbiamo ricevuto il conforto per donarlo anche agli altri: il conforto, infatti, opera efficacemente nel farci capaci di sopportare le sofferenze che anche Cristo ha patito.

Come siamo partecipi delle sofferenze, siamo anche partecipi del conforto che non è un concetto astratto: possiamo viverlo e riceverlo nelle relazioni. Donarlo e sperimentalo, spesso, con chi ci sta vicino. Ma come viviamo le relazioni con “l’altro”?
Adesso sono certa della differenza tra
Prossimità e Vicinanza
Eh, è il modo in cui ti muovi in una tenda in questo mio deserto“.

Noi siamo stati creati ad immagine di Dio, che è Amore di Relazione. E per essere ciò che siamo veramente, dovremmo vivere le nostre relazioni (con Dio -noi stessi- gli altri) alla “Trinità maniera”, cioè impastandole con il lievito dell’amore gratuito ed incondizionato.

La pazienza, casa nostra, il contatto, il tuo conforto
Ha a che fare con me
È qualcosa che ha a che fare con me“.

Senza dubbio ad essere “vicini” all’altro nella sofferenza ci vuole coraggio e “tanto tanto troppo troppo troppo amore” ma questo è anche il conforto maggiore che possiamo donare e il miglior modo per passare dall’amore “a chiacchiere” all’amare “nei fatti e nella verità”.

Angela Taglialatela

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