E’ la seconda domenica dopo Natale e l’incipit del Vangelo di Giovanni ci fa riflettere sulla potenza generatrice della Parola. Sicuramente non si tratta delle molteplici parole senza senso che escono dalla bocca degli uomini, usate spesso per parlare male di qualche fratello o, peggio ancora, per nominare invano il nome di Dio. La Parola sapiente di cui ci parla Giovanni contiene la forza esplosiva dell’Amore di Dio, il quale con un gesto di immensa generosità dona al mondo la vita, perché “in Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”.
La comunità parrocchiale di Santa Maria dei Fiori e San Carlo, riunita anche oggi intorno alla Madonna scesa a valle dall’ermo Canneto, gioisce perché il Verbo si fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Tutti coloro che hanno accolto il Verbo nel profondo del cuore sono diventati figli di Dio. E’ straordinario pensare soltanto di appartenere ad una storia senza tempo e senza spazio, frutto dell’amore misericordioso di quel Verbo celebrato da San Giovanni evangelista. Nella società contemporanea gli uomini sono chiamati ancora una volta ad una scelta radicale: bisogna decidere subito se preferire le tenebre con le sue parole di morte che distruggono la speranza e preparano a lunghi silenzi di solitudine, oppure se lasciarsi abbagliare dalle parole di luce, che, invece, incoraggiano, indicano il cammino, animano dialogo e comunione, perché riflettono la luce della Parola.
L’esempio da seguire è Maria, Madre di Dio, la quale è pienezza e vive la pienezza dell’amore. Come scrive don Franco Geremia nella Supplica alla Madonna di Canneto “o Madre… rimani a me vicino e fa che io senta la tua vicinanza… Fa che senta, o Madre, il gusto del vivere, vedendolo come un meraviglioso regalo che viene da te, regalo da partecipare ad ogni fratello e sorella”.
La giornata di oggi, oltre alle previste celebrazioni eucaristiche domenicali, è stata caratterizzata dall’esibizione dei ragazzi dell’Accademia musicale isolana, diretta dal maestro Taglione. In tal modo, la chiesa di San Carlo si è trasformata per una sera nell’omonimo celeberrimo teatro napoletano, accogliendo un folto gruppo di ragazzi isolani che si sono esibiti in “Un concerto piccolo piccolo”. Sant’Agostino ci ha insegnato che chi canta bene prega due volte; così le canzoni natalizie e tradizionali proposte dall’Accademia musicalo sono salite al cielo gradite alla Madonna di Canneto, la quale benedice questi ragazzi e sorride a tutti i fedeli…
– Carlo Giovannone