Si sono tenuti, ieri, i festeggiamenti in onore di San Sosio nell’omonima località del Comune di Arpino. Le celebrazioni in ricordo del martirio del Santo sono state l’occasione per la prima visita del Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo per pregare con e per la comunità.
Numerose le persone presenti alla Santa Messa, presieduta dal Vescovo insieme ad altri confratelli Sacerdoti, tra cui il Parroco Don Antonio di Lorenzo e Don Giuseppe che, di recente si occupa anche della comunità di Sosio.
Nella sua omelia Mons. Antonazzo ha presentato la vita di san Sosio come ideale di vita più alto e più grande, al quale ispirarsi. “Bisogna dare alla propria esistenza la forma più bella che è quella dell’amore. La vita del santo”- ha continuato il Vescovo – “ deve essere di esempio anche per noi , per dare alla nostra vita la forma più bella, una forma meravigliosa che è quella dell’amore verso tutti”.
L’invito, allora, è quello di raccogliere la sfida che Gesù risorto ci consegna, sia attraverso la Parola sia attraverso testimonianza del martirio di san Sosio, cioè quella di recuperare il giusto valore della propria vita, ricordando che “Vivere è amare”. Senza l’amore, infatti, la vita non ha consistenza perché chi non ama non lascia traccia di se. “Vogliamo ricolmare la nostra vita dell’amore che Gesù porta nel cuore, con lo Spirito Santo, anche se non è facile. Dobbiamo saper ricominciare ad amare perché questo rende preziosa, piena ed eterna la propria vita come quella dei santi martiri. È per questo che a distanza di 1700 anni si ricorda la figura di San Sosio, un “campione” la cui vita rappresenta un’opera di Dio e le cose di Dio non tramontano, come il vangelo e quanti hanno fatto di esso la pagina della propria vita”. Queste le parole conclusive del Vescovo che ha invitato la comunità a guardare con il cuore a “modelli di vita alti” che siano di esempio e guida per i cristiani di oggi.
Subito dopo la Celebrazione Eucaristica, si è tenuta la processione con la statua del Santo terminata con la benedizione dei partecipanti e i saluti di don Antoni e Don Giuseppe che festeggia in questi giorni il secondo anniversario di Sacerdozio.
A lui, quindi, i più sinceri auguri ed un fraterno abbraccio da parte dell’intero staff della Pastorale Digitale.
– Bernadette Gabriele
– Foto di Rosalba Rosati
San Sosio
Nacque a Miseno nel 205 d.c. Fu uno dei più ardenti animatori di gruppi dei primi cristiani. Papa Simmaco ce lo mostra Diacono zelantissimo fino al sacrificio. Fu talmente ripieno di Spirito Santo che il suo consiglio fu richiesto anche dal grande vescovo nolano san Gennaro. Fu durante una visita di questi che il popolo vide una fiammella pentecostale sulla testa del santo. Morì decapitato il 19 settembre del 305 presso la solfatara di Pozzuoli, durante la persecuzione di Diocleziano, proprio insieme a san Gennaro. Il suo corpo fu traslato a Miseno il 23 settembre dello stesso anno, che fu fissato come giorno della sua festa. I Benedettini, che custodirono il corpo a Napoli, durante le scorrerie dei Saraceni, ne diffusero il culto in Campania, nel Lazio e persino in Africa. Il popolo lo invoca efficacemente contro i mali delle ossa.