Confronto con i dirigenti ed il personale scolastico dell’Istituto “S. Maria delle Grazie” di Cassino.
Trovarsi insieme per conoscersi meglio, ascoltarsi, analizzare e verificare insieme le situazioni, le difficoltà, valutare il cammino da percorrere, in un ambito delicato e fondamentale quale è quello educativo. E’ quello che ha fatto martedì 1° dicembre il Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, incontrando il personale scolastico dell’Istituto “S. Maria delle Grazie” di Cassino, retto dalle Suore Stimmatine. Erano presenti, nella sala della biblioteca, Suor Ester, Suor Chiara, il Dirigente prof. Antonio Simeone, le insegnanti e tutto il personale dell’asilo nido, della scuola materna e della primaria.
Un incontro informale, amichevole, che – su sollecitazione del Dirigente Simeone – è iniziato parlando di fatti preoccupanti e disorientanti della situazione nazionale ed internazionale, che rischiano di destabilizzare le coscienze e indurre le persone alla resa nei confronti del male che sembra prendere il sopravvento. La parola del Vescovo è stata chiara, illuminante e incoraggiante.
Poi si è passati ad esaminare nello specifico la situazione della scuola cattolica oggi. E’ emerso un quadro certo problematico, irto di difficoltà di ogni tipo. Enormi le difficoltà economiche di una scuola pubblica non statale (non: “privata”!): dopo la drastica riduzione dei contributi statali, infatti, molte scuole cattoliche sono state costrette a chiudere, nonostante la validità della loro offerta formativa. Difficoltà emergono poi dal contesto sociale, genitori affannati, con problemi economici e di lavoro, che hanno poco tempo per i figli e a cui fa comodo portarli in quella scuola che li accoglie in un clima familiare e garantisce la loro custodia fino alle 16 ma anche oltre in caso di ritardo; che non riescono a volte a tenere un comportamento educativo coerente e delegano alla scuola l’educazione dei loro bambini, talvolta hanno difficoltà anche a partecipare alle riunioni. Ci sono famiglie in crisi e genitori separati, il che non favorisce certo la serenità di un ambiente per bambini. Tuttavia è anche vero che molti genitori scelgono con fiducia la scuola cattolica perché credono davvero nei suoi valori.
Il Vescovo Gerardo, alzando l’assicella della riflessione comune, ha invitato a riflettere sul ruolo della scuola cattolica oggi ed ha osservato che nel momento attuale andiamo incontro ad una situazione paradossale. Da una parte la scuola cattolica è in crisi per le difficoltà economiche, ma dall’altra può darsi che ci sarà una crescita esponenziale di domanda, perché molti genitori non si ritrovano più in certe scelte della scuola statale.
Occorre, ha detto poi, creare un’alleanza forte con i genitori, per non rischiare di stare lì a “rispondere ai loro egoismi” offrendo loro la “comodità” di una scuola sicura e funzionante da cui prendono ma a cui non danno. Occorre coinvolgerli nella responsabilità sia del settore educativo sia del settore gestionale della scuola, parlando chiaro con loro anche delle difficoltà economiche e gestionali, che loro stessi possono contribuire ad affrontare e risolvere, con le loro idee e competenze. Lavorare per i bambini senza la collaborazione attiva e responsabile dei genitori non dà molti frutti. Bisogna anche offrire loro dei percorsi formativi con proposte all’altezza delle loro esigenze.
Infine il Vescovo ha parlato dell’imminente Giubileo della Misericordia che, ha detto, non è un evento celebrativo a livello di cerimonie ma della nostra vita cristiana. La misericordia di Dio è dono (non conosce esclusioni né ricatti, Dio perdona e basta), ma anche esigenza, perché chiede a noi di convertirci e diventare dispensatori della misericordia ricevuta. Non dobbiamo fare come il servo della parabola che, condonato del debito, è spietato con il suo creditore. Come recitiamo nel Padre Nostro, in cui chiediamo a Dio di “rimettere i nostri debiti” così dobbiamo anche noi rimettere i debiti agli altri, è nostro dovere morale. Il Signore ci chiede questo. Anche nelle coppie, ha aggiunto ancora il Vescovo, si deve vivere la misericordia e il perdono, non nel senso di “giustificare” l’errore, ma di perdonarlo, questo fa rinascere. La misericordia che riceviamo, dunque, sia dono per gli altri. Perciò l’Anno Santo è bello e impegnativo, non basta varcare la Porta Santa, bisogna cambiare vita, dispensare misericordia, perché il mondo non ha bisogno di giustizia ma di misericordia. D’altronde Gesù ci dice: Siate misericordiosi come il Padre, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Dunque anche noi dobbiamo “far piovere la misericordia su tutti”!
Adriana Letta
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