Incontro di Pastorale familiare nella Zona di Cassino
Investire sulla famiglia
La Visita pastorale del vscovo Gerardo Antonazzo è ormai in pieno svolgimento nella parrocchia di S. Giovanni Battista, attraverso visite, celebrazioni ed incontri di gruppo, ma anche con alcuni momenti comunitari per tutta la Zona pastorale. Il primo di questi è stato l’incontro con le famiglie, nella Concattedrale di Cassino, giovedì 3 dicembre.
Dopo una preghiera comunitaria, atta ad introdurre le tematiche familiari, il Vescovo e tutti i presenti hanno ascoltato la relazione sul cammino di formazione finora compiuto nella Zona, con i punti di forza, come per esempio il fatto che si tratta di una Zona pastorale “cittadina” e quindi con maggior facilità di raggiungere le persone, ma anche con le inevitabili difficoltà incontrate. Il responsabile diocesano della Pastorale familiare, don Giovanni De Ciantis ha voluto che a relazionare fosse una coppia, non lui, così Giampaolo e Simona hanno svolto – egregiamente – il compito.
A questo punto ha preso la parola il Vescovo, il quale ha osservato che “sicuramente la Pastorale familiare della Zona di Cassino è molto di più di quello che vediamo stasera” (una serata gelida…) e che un cammino della famiglia è iniziato e va avanti. Poi ha fatto notare che la Chiesa ha riconosciuto solo alla famiglia la dignità di essere chiamata “chiesa”. Neppure la parrocchia può avere tale denominazione, perché ha solo una funzione organizzativa. La Diocesi è chiesa particolare, la famiglia è chiesa domestica. Occorre una conversione pastorale: non deve essere la famiglia al servizio della parrocchia, ma il contrario. La famiglia come chiesa domestica ha un ruolo fondamentale, che forse proprio la pandemia ha contribuito a riscoprire. D’altronde la storia dell’umanità è iniziata da una coppia, perché Dio ha voluto cominciare da una famiglia, e così anche la redenzione, iniziata con l’incarnazione di Dio in una famiglia; il cristianesimo stesso è cominciato da coppie, Aquila e Priscilla e altre; e così sarà anche alla fine del mondo, ci sarà una coppia, la sposa e l’agnello dell’Apocalisse (cfr Ap. 21, 22). In paradiso vivremo tutti in coppia con l’agnello: non c’è un modo più sublime di sperimentare Dio che come coppia.
Il Vangelo di oggi, ha osservato ancora il Vescovo, è provvidenziale, parla della casa costruita sulla roccia, che resiste a tutte le tempeste, e quella sulla sabbia, che crolla miseramente sotto le stesse tempeste, metafora delle coppie che in parte vanno avanti nella fedeltà e nell’amore e in parte si allontanano. Queste ultime evidentemente avevano costruito il loro rapporto non in profondità, ma sulla superficialità, sul niente. I problemi della vita sono gli stessi, tutto dipende da che cosa c’è sotto, sabbia o roccia, nella profondità della casa. Bisogna riconoscere che nell’edificare tante famiglie si è stati troppo frettolosi.
Il Vescovo ha parlato anche di un altro virus “antifamiglia”, creato in laboratorio, la colonizzazione culturale che fa terrorismo ideologico contro la famiglia, additata come tramontata e superata, per cui non vale la pena sposarsi, anacronistica, “invenzione della Chiesa”. E invece c’è sempre bisogno della famiglia a livello di esperienza umana.
Oggi, anche grazie al virus, ha proseguito, stiamo prendendo coscienza della bellezza della famiglia e la Chiesa punta sulla Pastorale familiare. Oggi, dopo il lockdown e dopo più di un secolo, l’Ufficio Catechistico Nazionale dice che la catechesi deve ritornare in famiglia e la famiglia, centrale in questo ruolo, deve essere supportata dalla comunità cristiana. Anche il Progetto diocesano vuole aiutare le famiglie a diventare chiese, perché edificare la famiglia significa edificare la chiesa e viceversa. Quindi la priorità va alla Pastorale familiare per investire sulla famiglia, per cui ogni attività o iniziativa pastorale deve essere “formato famiglia”, proiettata alle famiglie.
Ad un intervento tanto ricco, è seguito un interessante dialogo grazie all’intervento di alcuni partecipanti. La preghiera finale è stata siglata dalla Benedizione alle famiglie, che il Vescovo ha impartito con la preziosa reliquia della Santa coppia dei coniugi Beltrami Quattrocchi, esposta solennemente durante l’incontro.
Adriana Letta