Nella chiesa di S. Antonio a Cassino
Un concerto in chiesa, di voci e archi, così ben incastonato nel periodo quaresimale che stiamo vivendo, un concerto che è musica e preghiera, strazio e dolce consolazione, che ha note capaci di far “sentire” il dolore umanissimo e lancinante di una madre che vede il proprio figlio morire, e note che innalzano l’animo e danno forte il senso del sacro e della speranza cristiana: è stato tutto questo e ancor di più il concerto dello Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi, offerto sabato 5 marzo nella chiesa di S. Antonio a Cassino dall’Associazione culturale-artistico-musicale “Fabbricanti d’Arte”. Le voci erano del Soprano Antonella D’Avino, del Mezzosoprano Fabiola Mastrogiacomo e del Coro “Voci sparse” magistralmente dirette dal M° Giacomo Cellucci. Gli “archi”, che fornivano la strumentazione di accompagnamento, sempre sotto la direzione del Maestro Cellucci, erano il Violino di Marco Palmigiani, il Violino di Roberta Palmigiani, la Viola di Stefano Reale ed il Violoncello di Donato Cedrone.
Il concerto è stato presentato da Andrea Pinchera ed ha avuto una prima parte in cui i musicisti, oltre ad eseguire alcuni brani di musica sacra, hanno voluto anche rendere omaggio al grande Maestro Ennio Morricone, da pochi giorni insignito dell’Oscar; poi, nella seconda parte, ascoltata – è il caso di dirlo – in religioso silenzio, lo Stabat Mater di Pergolesi. Una musica che il giovane musicista compose su commissione della confraternita della Vergine Addolorata di S. Luigi di Palazzo di Napoli, per un modesto compenso di 10 ducati, per sostituire lo Stabat di Alessandro Scarlatti che solitamente veniva eseguito in quella chiesa nei venerdì di marzo, e il cui prezioso manoscritto autografo è custodito nell’Archivio musicale di Montecassino. Il giovane Maestro era già malato quando compose questa musica: da qualche errore nel manoscritto si vede che aveva fretta di portare a termine il lavoro, infatti pone in calce all’ultima pagina “Finis. Laus Deo”, come un ringraziamento a Dio per avergli concesso il tempo necessario a finire. Morì infatti poco dopo, nel 1836 a soli 26 anni.
Il testo, in forma di preghiera, da cui prende ispirazione la musica, è quasi certamente opera del francescano spirituale Jacopone da Todi (1230 – 1306). La prima parte è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù durante la sua crocifissione e morte; la seconda parte è una invocazione per chiedere a Maria di poter partecipare al suo dolore e a quello di Gesù. Le parole (che sono state lette dal presentatore in latino e in traduzione italiana brano per brano), le note, le voci, la perfetta direzione del Maestro, tutto ha contribuito a far sentire agli ascoltatori nella propria anima, quasi sulla propria pelle, i dolori di Maria e del Figlio, come sferzate crudeli e dolorose; poi il desiderio e la richiesta di condividerli, fanno intravedere “la gloria del Paradiso” (ultime parole del testo), portando alla speranza cristiana.
Tutti questi sentimenti contrastanti ma anche indicanti un cammino umano e spirituale di ascesi, sono stati fatti provare ai presenti, che hanno seguito commossi questo splendido concerto. Al termine non potevano mancare gli applausi ed i ringraziamenti. Il parroco ospitante, Don Benedetto Minchella, nel ringraziare, ha detto che non soltanto questo concerto era particolarmente adatto alla Quaresima, ma veniva a concludere egregiamente le “24 ore per il Signore”, che proprio in quella chiesa si erano appena concluse per tutta la Zona pastorale di Cassino e che per tante anime avevano segnato un forte momento di misericordia, di perdono e di riscatto dai peccati e dal male.
La Musica, ancora una volta, ha saputo portare messaggi profondi e toccare l’anima di tutti.
Adriana Letta