Il Vescovo Antonazzo celebra l’Eucarestia per i Polacchi, poi visita il cimitero di Cassino
Anche quest’anno il Cimitero militare Polacco di Montecassino è stato teatro di una intensa celebrazione eucaristica in suffragio di coloro che riposano in quelle tombe avendo sacrificato la propria vita per la patria e per la libertà. Ovviamente, a causa delle misure di sicurezza anticovid, non una folla, ma le autorità che rappresentano tutto un popolo sono state presenti, sia da parte polacca che italiana, con la partecipazione del Console polacco sig.a Agata Ibek Wojtasik, del Direttore del Sacrario di Mignano Montelungo 1° Luogotenente Daniele Galardo, del Sindaco di Cassino Enzo Salera, dell’Architetto Pietro Rogaci presidente Fondazione Museo memoriale del 2° Corpo d’Armata Polacco a Montecassino. In quell’ambiente tanto vasto e sobrio, che incute in chiunque un grande senso di rispetto perché così sacro per i Polacchi e così caro al loro cuore, è stato il Vescovo Gerardo Antonazzo a presiedere la liturgia.
Le parole risuonavano come scolpite nel silenzio, quando, nel cominciare l’omelia, ha ricordato come nell’abbazia, nella città e in tutto il territorio circostante, l’inferno dell’odio ha fatto versare lacrime, sangue, grida, distruzione, morte, e ha detto: “Celebrare con la preghiera qui, in questo paradiso di preghiera e di pace, ma anche di fraternità ritrovata, è come sentirsi abbracciati da questi fratelli che hanno dato la vita per obbedire a un dovere di patria, per custodire la giustizia, i diritti di ogni cittadino, di ogni creatura, di ogni persona”.
Ed essendo 1° novembre, festa di Tutti i Santi, ha chiesto: Saranno santi questi fratelli, martiri di guerra per anelito di giustizia e di pace? E ha continuato: non abbiamo una risposta perché il giudizio è di Dio, ma ricordiamo le parole di S. Giovanni Paolo II all’inizio del terzo millennio, che definiva la santità di ogni cristiano come “la misura alta della vita cristiana ordinaria”. Allora questi fratelli hanno raggiunto nella dura lotta di una battaglia drammatica e violenta quanto assurda, la misura alta del sacrificio della vita. Non sappiamo in che condizioni interiori si trovassero nel momento della morte, ma il sacrificio della vita offerta per un dovere può meritare la santificazione di tutta intera la loro esistenza. Questo è un monito anche per noi. Abbiamo bisogno di fraternità e di pace, da costruire ogni giorno nelle piccole situazioni personali come nelle grandi questioni internazionali. Perciò, partendo dal Vangelo, che è Cristo principe della Pace, ognuno di noi si impegni ogni giorno per costruire la pace e fare piccoli ma significativi passi nella riconciliazione, nel dialogo, nella giustizia, nel compimento del proprio dovere, nel segno di una fraternità universale. Chiediamo al Signore, ha concluso, per intercessione di tutti i Santi, che la nostra vita possa essere annuncio continuo di fraternità, per dare valore alla nostra vita cristiana e valore al sangue versato dalle tante vittime di questa e di tutte le guerre. Altre parole di commemorazione e di preghiera sono state pronunciate in lingua polacca.
Dopo la celebrazione eucaristica, è stato il momento dell’omaggio ai caduti con la deposizione delle corone di fiori, bianche e rosse quelle polacche, che il console polacco ha deposto, una a ricordo di tutti i caduti e un’altra sulla tomba del Generale Anders e di sua moglie, genitori dell’attuale ambasciatore polacco in Italia, sig. Anna Maria Anders, ora in convalescenza dopo l’infortunio che ebbe tempo fa proprio a Montecassino. Altre corone sono state deposte da parte italiana.
Subito dopo questa sentita cerimonia, il Vescovo si è recato presso il cimitero di Cassino dove, dopo essersi soffermato in preghiera sulla tomba di Don Gaby Yoc, ha fatto la Preghiera di Benedizione delle tombe e pregato per tutti i defunti di Cassino.
Adriana Letta
Foto di Maurizio Facchini