Inaugurato a Cassino l’anno accademico 2015-2016

Nell’Aula magna dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale

Si è svolta stamani, giovedì 4 febbraio, nell’Aula Magna del Campus Folcara la cerimonia di inaugurazione del 37° anno accademico dell’università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale. Un’aula gremitissima di autorità accademiche, religiose (presente il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo accompagnato da Don Benedetto Minchella, cappellano dell’università), civili e militari, di studenti, di dipendenti dell’Ateneo e di cittadini, che hanno ascoltato, in apertura, l’Inno nazionale eseguito dal Coro dell’Università e dal Coro della Fondazione Exodus diretti da Fulvio Venditti, poi le varie relazioni, a cominciare dalla Prolusione del neo-Rettore Giovanni Betta. Nel fare il punto sull’anno trascorso e sulle prospettive future, Betta ha impostato il suo discorso sullo slogan “Basta paura”, dimostrando, dati e progetti alla mano, che né gli studenti e le loro famiglie, né il corpo docente né quello tecnico-amministrativo debbono coltivare questo sentimento, perché, nonostante gli insufficienti finanziamenti, in Uniclam si lavora con impegno, serietà e professionalità e da qui possono davvero arrivare le migliori gratificazioni. E dunque “con questi sentimenti di ottimismo e di fiducia” e quindi “senza alcuna paura”, il Rettore Betta ha ufficialmente dichiarato aperto l’anno accademico 2015-2016.

Al suo intervento hanno fatto seguito quelli dei rappresentanti delle altre categorie: per gli studenti ha parlato Vincenzo De Nisi, e per il personale tecnico-amministrativo Carmine Bartolomeo. A nome dei laureati dell’ALACLAM è intervenuta a parlare l’ing. Alessia Mentella, imprenditrice in ben due aziende, la quale, anziché parlare di sé e dei suoi successi professionali, ha preferito sottolineare che cosa ha significato per lei studiare all’università di Cassino, quali valori ed opportunità hanno alimentato la sua storia professionale e quali persone, incontrate all’università, sono state per lei mentori, per ringraziarle pubblicamente. Ha infine invitato gli studenti a scegliere sempre il merito e l’impegno e i docenti a fare lo sforzo di saperli valorizzare e accogliere.

Il prof. Giuseppe Antonelli, dell’Università cassinate, ha tenuto la lezione inaugurale, ripristinando un’antica tradizione che vede un docente interno pronunciare la lezione simbolicamente più importante dell’intero anno. E, da linguista, ha parlato sul tema “Le parole ci nutrono”, mostrando, attraverso un’ampia carrellata letteraria attraverso i secoli, che la parola, come cibo della mente e dell’anima, è un’immagine che dalla letteratura classica si tramanda a quella italiana e che il nutrimento della parola attraversa tutta la nostra tradizione linguistica, legandosi al pane della parola divina ma anche al latte della parola materna. Ha ribadito così l’idea di una lingua madre, insostituibile nutrice del nostro pensiero e del nostro sentimento.

Infine, l’ospite d’onore, Gianrico Carofiglio, scrittore e politico, ha parlato sul tema “La democrazia vive di parole precise“, molto vicino all’ultimo libro uscito nel settembre 2015 Con parole precise. Breviario di scrittura civile, saggio sulle scritture del potere e sul rapporto fra democrazia e chiarezza del linguaggio. Nel suo intervento ha sostenuto che l’oscurità della scrittura è profondamente antidemocratica. Tanto più quando riguarda le leggi, la loro interpretazione e applicazione, perché si tratta di testi che hanno il potere di modificare la vita di ognuno di noi, agendo sulle regole stesse della convivenza sociale. Ma la manutenzione delle parole è responsabilità che riguarda ognuno di noi. L’obiettivo, secondo Carofiglio, è quello di una scrittura civile: limpida, coltivata, democratica; rispettosa al tempo stesso delle parole, dei loro destinatari, delle idee. Come diceva Calvino: “cercare di pensare e d’esprimersi con la massima precisione possibile proprio di fronte alle cose più complesse è l’unico atteggiamento onesto e utile”.

Discorsi tutti godibili e condivisibili, che aprono il cuore alla speranza di un futuro prospero per i giovani, per l’istituzione universitaria e per tutto il territorio.

Adriana Letta

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