Inaugurato l’Anno accademico della Scuola diocesana di Formazione Teologica

Vie meravigliose di Dio

Quale salvezza per i non cristiani? e per i non credenti? Presentato il libro di Abraham Kavalakatt e inaugurato l’Anno accademico della Scuola diocesana di Formazione Teologica

 

Inaugurato l’Anno accademico della Scuola diocesana di formazione teologica mercoledì 2 ottobre a Cassino, presso il Campus Folcara dell’Università. Ben presto ci si è resi conto che la Sala Consultazione della Biblioteca di Area Giuridico-Economica messa a disposizione dal Sistema Bibliotecario di Ateneo, non riusciva a contenere gli intervenuti, numerosi nonostante la pioggia battente, e si è deciso di utilizzare un’aula più capiente. Viva era l’attesa dei convenuti, per la presentazione del libro “Vie  meravigliose di Dio. Il magistero della Chiesa sulla salvezza dei non cristiani (Fede in dialogo)” del salesiano Don Abraham Kavalakatt. Un tema teologico quanto mai attuale e trasversale.

Dopo i saluti istituzionali, porti dal Rettore dell’Università di Cassino Giovanni Betta, dal Direttore generale Antonio Capparelli e dal Presidente SBA Michele Napolitano, il Prof. Filippo Carcione, Presidente Vicario CdL Scienze pedagogiche Unicas, moderatore del convegno, ha introdotto i lavori offrendo un’ampia visione del testo, che gode della presentazione del Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Card. Ladaria e di altra presentazione di mons. Bellandi, vescovo di Salerno. Il libro, di ben 750 pagine, è uno studio accurato e completo sul magistero della Chiesa riguardo alle vie della salvezza divina dei non cristiani, attraverso i documenti del Concilio Vaticano II: Ad Gentes, Dignitatis Humanae, Lumen gentium, Gaudium et spes, Nostra Aetate, attraverso la Dichiarazione Dominus Iesus, del 2000, circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa e infine attraverso il magistero dei Papi del post Concilio fino a Francesco. Nel suo intervento Carcione ha anche posto una serie di acute osservazioni e domande atte ad innescare l’attenzione e l’interesse dei presenti. E’ un “ossimoro teologico” quello che coniuga due verità: la centralità di Cristo indispensabile per la salvezza e la vocazione “universale” alla salvezza. Se c’è questa vocazione universale alla salvezza, le altre religioni possono essere vie per la salvezza? nella volontà salvifica di Dio c’è spazio anche per i non credenti? e infine la domanda di attualità sul crocifisso nelle scuole.

Il primo relatore, il Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, ha offerto un’analisi approfondita ed intensa, iniziando dall’ultima domanda riguardo al crocifisso: si sta chiedendo di far votare i sedicenni. A scuola l’80% di loro sceglie la religione cattolica e già questa dovrebbe essere una risposta alla polemica. Ma non è certo il primo dei problemi. Ha poi osservato che il sottotitolo del libro apre un orizzonte ampio: riferendosi ai non cristiani induce a guardare anche ai non credenti, in una prospettiva universale della salvezza che esige un dialogo positivo altrettanto universale. Non si può parlare della salvezza dei non cristiani indipendentemente dalla necessità di un dialogo interreligioso oltre che ecumenico. E’ un’esigenza impellente per poter parlare delle vie meravigliose di Dio per non cristiani e non credenti. La Chiesa ha sempre parlato di chiamata universale alla salvezza e universale deve esserlo davvero.

Come diceva Benedetto XVI, questo argomento non può esser affrontato prescindendo da un dialogo interculturale. Se manca questo, il dialogo interreligioso diventa divisivo. Il dialogo interculturale riguarda l’uomo, il suo valore, la sua dignità. S. Giovanni Paolo II affermava che la cultura se è vitale non deve temere di essere sopraffatta. Quando parliamo di inculturazione della fede non è un processo di sopraffazione o un’imposizione di una visione cristiana. Il pluralismo è completamento, apertura, ma anche purificazione degli elementi che schiacciano o degradano l’uomo, necessaria dove la cultura non custodisce e difende la dignità della persona.

Nella prefazione, ha proseguito il Vescovo, il cardinal Ladaria dice: l’universalità e l’unicità della mediazione salvifica di Cristo è una verità fondamentale del cristianesimo. Ma altra importante verità è la chiamata universale alla salvezza. Non è facile spiegare come si attua una mediazione di Cristo unico salvatore per coloro che non credono in lui e nemmeno lo conoscono. Ma il punto chiave è: ci può essere salvezza in altre vie, ma le altre vie non sono mai da considerarsi un’alternativa, come se fosse possibile una salvezza senza Cristo. Il Vescovo Antonazzo ha citato molti testi del Nuovo Testamento e dei Padri della Chiesa, San Cipriano, San Giustino, Clemente Alessandrino poi la frase del Vangelo di Marco “Chi non è contro di noi è per noi” per chiarire: non è che solo nel cristianesimo c’è salvezza, ma solo in Cristo c’è salvezza, e concludere: basta non essere contro per entrare in una via meravigliosa di Dio, perché “Cristo non è mai totalmente assente da ogni ricerca genuina e sincera della verità”.

La parola è passata poi al prof. Luigi Di Santo, Presidente CdL Servizi Giuridici di Unicas, al quale era stato chiesto di analizzare il corpo filosofico del testo, e che ha esordito affermando che il libro è un “lavoro meraviglioso nel titolo e nel contenuto, un lavoro di grande pregio”. Ha voluto poi aggiungere una domanda provocatoria a quelle poste dal moderatore: c’è salvezza per la chiesa in tutto questo? se questo è il clima in cui vive la chiesa, ha proseguito, siamo dinanzi ad una realtà molto complessa e questo libro dà delle risposte. Siamo pronti a toccare l’altro, non semplicemente a dialogare con lui. Ha definito la predicazione di Cristo come soft power, ovvero la possibilità di rispondere con il codice dell’amore e della tenerezza ai problemi hard che sono tipici di questo momento storico. Ha infine sottolineato che non si può prescindere dalla croce, con una citazione di La Pira: il crocifisso è il giudice supremo della storia, giudicherà la giustizia e ci renderà liberi.

Infine dalla voce dell’autore,Don Abraham Kavalakatt (il cui cognome significa: bosco degli alberi di vittoria) il pubblico, attento e interessato, ha conosciuto come è nata l’idea di compiere una ricerca tanto ponderosa quanto interessante: dall’esperienza di parroco. C’era comunicazione tra le religioni, ci si voleva bene, si collaborava, si organizzava insieme tutto; si respirava aria di bellezza di Dio. ” Vedendo la collaborazione tra religioni diverse – ha raccontato – in particolare venendo in Italia, ho sentito il desiderio di approfondire maggiormente e ho dedicato 7 anni allo studio di queste tematiche, anche a Firenze, dove ci sono stati molti contatti anche con i buddusti. Ho raccolto tutti i documenti che parlano della salvezza dei non cristiani”.

La chiesa non è per distruggere gli altri e per ostacolare ma per cercare il buono che c’è egli altri e nelle altre religioni, per purificare gli altri. Lo Spirito Santo non è proprietà della chiesa cattolica, è luce e ispirazione per tutto il creato. E’ importante accogliere quello che è buono e giusto nelle altre religioni e avvicinarsi. L’unica via che noi conosciamo è la via di Cristo ma non sappiamo se ci sono altre vie. Non possiamo paragonare Cristo ad un altro fondatore di altre religioni. Il segno della nostra vittoria è la crocifissione, il crocifisso; non possiamo negare Cristo: senza Cristo non c’è cristianesimo e non c’è salvezza.

Un momento formativo davvero importante e ricco, dunque, uno stimolo forte a riappropriarci con gioia della nostra fede, grazie a Don Abraham e al suo libro. Grazie soprattutto alle “Vie meravigliose di Dio”.

Adriana Letta

Foto Alberto Ceccon

 

 

 

 

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