Le “targhe memoria” presso il Santuario De’ Piternis a Cervaro
Si è svolto venerdì 31 agosto 2018 l’incontro di Azione Cattolica di Cervaro, nell’ambito delle celebrazioni che precedono i festeggiamenti dell’8 settembre della Madonna De’ Piternis, ha inteso organizzare nello splendido scenario del locale Santuario Diocesano un pomeriggio di raccoglimento e di ricordo alla presenza del sindaco della città, Angelo D’Aliesio, di autorità politiche e religiose, della presidente dell’Azione Cattolica Diocesana Iole Falese e di quella di Cervaro, Ornella Bianco, e di molti fedeli. Per l’occasione sono state apposte due lapidi ed allestita la mostra itinerante sui 150 anni di storia dell’Azione Cattolica nella Diocesi di Sora, Cassino, Aquino, Pontecorvo. Nel corso del pomeriggio è stato provveduto allo scoprimento delle lapidi e all’esposizione dei vari pannelli i quali ripercorrono l’impegno profuso nell’arco di un secolo e mezzo da uomini, donne, giovani a livello nazionale e nelle varie parrocchie della Diocesi. Per informare sulle motivazioni dell’apposizione delle lapidi e sulla storia dell’Azione Cattolica si sono alternati, con approfonditi e interessanti interventi, Gaetano de Angelis-Curtis e Melania Marrocco.
Le due lapidi sono state posizionate sul muro che fiancheggia il cancello d’ingresso. La prima ricorda l’abate di Montecassino Enrico Tomacelli (1396-1413). La tradizione di Cervaro tramanda una duplice apparizione della Madonna, avvenuta sul finire del 1300 ad una pastorella. Alcuni documenti conservati presso l’Archivio dell’Abbazia di Montecassino attestano che l’abate Tomacelli fosse stato informato dei numerosi miracoli e dei prodigiosi segni divini che accadevano a coloro i quali pregavano devotamente davanti all’immagine della Beata Vergine. L’abate cassinese dovette rimanere profondamente convinto dei miracoli di Cervaro tanto che emanò due decreti, uno il 20 gennaio 1399 e l’altro il 31 gennaio dello stesso anno, con cui autorizzò la vendita di alcuni beni appartenenti alla chiesa di Cervaro il cui ricavato fu utilizzato per la spese di fabbricazione della Chiesa de’ Piternis. Per la costruzione dell’edificio religioso ci vollero una decina d’anni e appena terminata la sua realizzazione fu lo stesso abate Tomacelli a consacrare la Chiesa de’ Piternis nel 1408.
Un aspetto particolare discende proprio da quei due decreti emanati dall’abate Tomacelli. Infatti le apparizioni della Madonna popolano le tradizioni delle comunità di fedeli di molti paesi e città di questo e di altri territori. Tuttavia se le altre apparizioni della Madonna coeve o precedenti quella di Cervaro si basano esclusivamente su una tradizione orale, tramandata di generazione in generazione, per il caso di Cervaro, invece, ci troviamo di fronte a un’apparizione trasmessa da un’autorità ecclesiastica cioè dall’abate Enrico Tomacelli il quale con i suoi due decreti del 1399 certificò che a Cervaro accadevano eventi e segni prodigiosi ai veneratori della sacra effigie, che a Cervaro si erano «mostrati moltissimi miracoli a molti che accorrevano a quell’immagine della Beata Vergine». In sostanza ci troviamo di fronte a un avvenimento sacro e divino che si può ricostruire l’attraverso una documentazione scritta da una fonte autorevole, importante e prestigiosa, come un abate a capo della diocesi di Montecassino. Dunque l’apparizione della Madonna de’ Piternis è nella storia bimillenaria della Chiesa una delle prime apparizioni mariane, se non la prima, certificata da un’autorità della Chiesa.
La seconda lapide è dedicata ad un altro benedettino, don Angelo Pantoni, monaco cassinese, ingegnere, profondo studioso di molteplici aspetti storici del territorio. A don Angelo i cervaresi debbono la ripresa degli studi storico-religiosi, pregevoli, rigorosi e approfonditi, delle sue chiese, tra cui, naturalmente, il Santuario della «Madonna de’ Piternis». Gran parte di quel che si conosce sulla Cervaro in età medievale proviene proprio da quegli studi.
Inoltre a don Angelo si deve il disegno dell’«altare maggiore, artistica opera in marmi policromi a intarsio» collocato nello stesso Santuario della Madonna De’ Piternis. L’altare, che denota un eccellente gusto artistico e che ben si adatta al contesto storico, religioso e sacro del Santuario, è «situato innanzi la riaperta abside, che conserva ancora in larga parte l’originale decorazione pittorica dei primi anni del Quattrocento» e fu consacrato il 7 settembre 1970.
Prof. Gaetano De Angelis