Incontro “Comunicare Efficacemente”

La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima.

Henri Bergson

Nel quinto incontro dedicato alla famiglia organizzato presso l’associazione “L’Alberone”, la dott.ssa Vincenzina Porretta, psicologa specializzata in sviluppo delle risorse umane, ha affrontato il tema della comunicazione. Etimologicamente “comunicare” significa “porre in comune”, ma quello che viene condiviso non è solo il contenuto del messaggio, infatti ogni volta che un soggetto comunica qualcosa ad un altro, egli definisce nel medesimo tempo se stesso e l’altro, nonché la natura e la qualità della relazione che li unisce.

La comunicazione rappresenta quindi la punta di un iceberg, è la parte visibile al di sotto della  quale c’è la relazione che lega le persone. Come dice un famoso psicoanalista, Aldo Carotenuto, noi siamo fatti di rapporti e in essi c’è la nostra gioia e la nostra felicità, ma anche la nostra sofferenza; quindi per prenderci cura delle nostre relazioni dobbiamo porre attenzione anche alle nostre modalità comunicative.

In qualunque processo comunicativo esistono contemporaneamente due livelli di scambio di significato tra loro interconnessi, uno esplicito e uno implicito, il primo coincide con il “cosa” diciamo, il secondo coincide con il “come” lo diciamo. Quando i due tipi di messaggi concordano tra loro la comunicazione procede fluida, ma quando c’è incongruenza la comunicazione può prendere una direzione non voluta e non controllata dagli interlocutori. L’implicito ha un forte impatto a livello relazionale, e si insinua nei discorsi anche solo attraverso una parola, che può lasciar cogliere quella sfumatura del pensiero di cui magari non si è neanche del tutto consapevoli.

Per comprendere quanto abbiamo realmente comunicato, dobbiamo tener conto della reazione del nostro interlocutore, è solo ponendo attenzione ad essa che possiamo capire come è stato accolto il nostro messaggio. Diventare consapevoli significa non solo rendersi conto di cosa si sta realmente trasmettendo ma anche dell’impatto che si ha sull’altro. Tuttavia mentre ascoltiamo l’attenzione va posta non solo all’altro ma anche a quanto avviene dentro di noi mentre l’altro parla; ascoltare significa prestare attenzione al messaggio globale dell’interlocutore e, allo stesso tempo, sentire la risonanza emotiva che produce dentro di noi. L’ascolto di questo nostro dialogo interno può inoltre aiutarci a prendere decisioni più autentiche e in linea con le nostre intenzioni ed emozioni.

Il processo comunicativo è quindi un processo circolare in cui ognuno influenza ed è influenzato dall’altro. Accettare la nostra responsabilità nella comunicazione significa avere un atteggiamento mentale orientato a preoccuparsi non solo di quello che diciamo ma anche di quello che l’interlocutore recepisce; e allo stesso tempo significa non accettare passivamente i fallimenti, ma intervenire per trasformarli in un momento d’incontro. Il conflitto rappresenta infatti un’ occasione di sviluppo e di crescita, è uno momento in cui le persone hanno l’opportunità di cambiare insieme rimanendo unite.

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