Le Zone Pastorali di Pontecorvo e di Cassino riflettono insieme al Vescovo
Presso il Centro Pastorale Sacro Cuore di Pontecorvo si è tenuto l’incontro congiunto dei Consigli Pastorali di Zona di Cassino e Pontecorvo, presieduti dal Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo. Accanto a lui, sedevano i due responsabili di Zona, Don Nello Crescenzi e Don Emanuele Secondi.
Dopo la preghiera iniziale, il Vescovo Antonazzo ha preso la parola per introdurre i lavori, dicendo che in questa sede si riprende quanto detto in tutti i Consigli Pastorali Parrocchiali (CPP) che lui stesso, come si ricorderà, ha presieduto in un lungo giro di tutta la Diocesi, fatto proprio per incontrare le persone e stabilire con loro relazioni vere. Il Vescovo ha potuto constatare non solo che i CPP esistono in tutte le parrocchie della Diocesi, cosa niente affatto scontata, ma soprattutto che sono realtà vive che hanno mostrato interesse e sensibilità da parte dei laici. Ha infine ricordato e sottolineato che essi rappresentano tutti i battezzati del territorio parrocchiale, non solo coloro che frequentano la chiesa.
Poi si è addentrato a parlare dei compiti del Consiglio Pastorale di Zona (CPZ) che, come è detto chiaramente nello Statuto del 2015 (Prot. n° 67/15), coordina, traina e promuove la vita pastorale della Zona e quindi di ciascuna Parrocchia, per cui è un punto nevralgico, un importante anello di congiunzione tra il Consiglio Pastorale Diocesano ed il CPP, un’opportunità di mediazione tra Diocesi e Parrocchie. Infatti la Diocesi elabora i progetti pastorali generali, di ampio respiro, e poiché le Zone sono anche tanto diverse tra loro, il CPZ ripensa, riflette, ritaglia e ripropone su misura della propria Zona il progetto pastorale, studiato perché sia compatibile con la realtà zonale. Se il CPZ non funzionasse come deve, la Diocesi resterebbe qualcosa di astratto e ogni Parrocchia andrebbe per conto suo, senza riuscire a compiere un vero cammino unitario di chiesa.
Quest’anno, ha osservato il Vescovo, le cose sono andate abbastanza bene, aiutate dal fatto che il progetto diocesano è stato ben mediato dal progetto “Una coppia per parrocchia” e dal lavoro fatto appunto sulle coppie, divenendo automaticamente zonale e parrocchiale. La Pastorale familiare ha fatto da “ammortizzatore pastorale”, ma non sempre può capitare una così felice coincidenza.
Citando l’art. 6 dello Statuto, il Vescovo ha parlato della composizione del CPZ, insistendo in particolare sul rappresentante di ogni gruppo, associazione o movimento, come pure sulla piccola équipe rappresentata da un sacerdote ed un laico quali referenti zonali di ciascuna attività pastorale.
Infine, compito del CPZ è focalizzare le priorità pastorali e rendere ogni tema pastorale trasversale in modo da interessare tutti, e convergendo sul tema pastorale centrale proposto dalla Diocesi. Il Vescovo ha ancora raccomandato che ogni Zona pastorale curi un registro dei verbali di ogni riunione, per segnare la vita ed il cammino di Zona e che il livello zonale sia sempre un polmone che respira e funziona. Senza mai perdere di vista che finalità della Chiesa è e resta l’evangelizzazione.
Vari gli interventi di laici e di presbiteri che hanno messo a fuoco problemi e situazioni di difficoltà, inducendo un approfondimento della riflessione. E’ stato ribadito che, senza farci prendere dal panico, dobbiamo individuare le priorità, che debbono costituire la spinta in avanti, senza chiudersi troppo nell’ordinario; curare le relazioni personali, perché Dio ha voluto aver bisogno di noi; indurre un processo di evangelizzazione verso, da attuare da presbiteri e laici insieme, facendo crescere la corresponsabilità del popolo di Dio. Oggi nessuna parrocchia può pensare di essere autosufficiente. Bisogna dunque incontrarsi e collegarsi per potersi mettere “a sistema”, perché “quando ci incontriamo è sempre un cantiere di proposte”.
Dopo qualche anticipazione del Vescovo sul prossimo Convegno pastorale diocesano di giugno che, guardando ancora alla famiglia, punterà sui giovani, e dopo la preghiera finale, l’incontro è terminato, ma continua nella mente e nell’anima delle persone per allargarsi alle nuove prossime iniziative. Perché ogni Zona, rispecchiando il piano pastorale diocesano, può proporre tanti eventi e progetti da realizzare sul territorio, opportunità che non va sprecata.
Adriana Letta