Il Vescovo incontra gli animatori della liturgia, cori, lettori, ministri e ministranti
Nell’ambito della Visita Pastorale del Vescovo diocesano, ancora un incontro zonale, dedicato cioè agli operatori pastorali dell’intera Zona pastorale di Cassino stasera, 17 dicembre, nella chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo alle 19.30. L’incontro, riservato agli animatori della Liturgia, ha richiamato dalle varie parrocchie della città e delle vicine frazioni direttori di cori, cantori, accoliti, lettori, ministri straordinari e ministranti.
A presentare al Vescovo la situazione del territorio, è stato don Benedetto Minchella, direttore aggiunto dell’Ufficio Liturgico diocesano, il quale ha dichiarato che “l’esperienza degli operatori della liturgia nella città di Cassino è stata sempre finalizzata a dare concretezza nelle parrocchie alle parole del Concilio Vaticano II con le quali ci ricorda quanto la Chiesa apprezzi il ruolo di coloro che, con il canto, con la proclamazione della Parola di Dio e con il servizio all’altare contribuiscono alla bellezza della lode di Dio”. Ha accennato anche agli incontri di formazione svolti e alle rassegne delle corali, grazie a cui hanno potuto sentire in qualche modo la “presenza della liturgia celeste” e capire che il canto non è un ornamento marginale, anzi essenziale per una degna e fruttuosa azione liturgica che così riesce a dare espressione alla fede dei partecipanti. Ha ricordato infine la particolare cura che viene messa nelle celebrazioni liturgiche presiedute dal Vescovo, l’aggiornamento costante e tutto quanto contribuisce alla consapevolezza che quanto più ci si impegna, tanto più si diventa lo specchio sulla terra della solenne liturgia della chiesa nel cielo.
Prendendo la parola, il vescovo Antonazzo ha osservato che la liturgia è cosa complessa, di spessore molto profondo e che, se non ben comunicata, resta incomprensibile. Tutti i diversi ministeri e servizi sono necessari, perché la liturgia è la forma della fede, non nel senso esteriore, ma perché è ciò che dà forma, sostanza al nostro essere chiesa. La liturgia “è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”, afferma la Sacrosanctum Concilium, la prima costituzione del Vaticano II, perché è in essa che si celebra e si attua il mistero, è la liturgia che dà forma alla fede e alla vita della chiesa e di ognuno di noi. Nell’azione liturgica ci sono la preghiera, la Parola di Dio e la carità, i tre pilastri della fede. Essa crea comunità. Oggi si registra un ritardo, una significativa differenza tra gli operatori, che ricevono una formazione specifica, ed il popolo di Dio. L’assemblea, che dovrebbe partecipare consapevolmente e fruttuosamente all’azione liturgica, spesso non è molto preparata, anzi sembra un po’ assente, spesso confonde celebrante e presidente della celebrazione, non intende bene la Parola di Dio e quasi preferisce l’omelia, non risponde opportunamente e non canta, a volte magari sovrastata dai Cori.
Se riconosciamo e diciamo questo, è perché vogliamo crescere e migliorare. Occorre armonizzare le esigenze dell’animazione liturgica con la partecipazione dell’assemblea, proclamando bene la Parola, scegliendo in modo appropriato i canti ed anche i tempi di durata rispetto ai tempi dell’azione liturgica, ricordando che il canto deve accompagnare, non prevaricare l’azione liturgica. Bisogna trovare il modo per incentivare la partecipazione dell’assemblea, che è il soggetto che celebra. Ci si potrebbe servire della figura discreta di un animatore liturgico, che guidi l’assemblea alla partecipazione. Perché la liturgia è lo specchio del Paradiso.
Anche questo incontro, aperto e concluso con la preghiera, ha visto una viva partecipazione, con svariati interventi dei presenti, provenienti da diverse parrocchie del territorio, che hanno avviato un bel dibattito utile al confronto.
Adriana Letta