Nella Basilica Santuario di Canneto il 1° maggio la celebrazione del Vescovo Gerardo
Il 1° maggio è stato un giorno importante per la Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo perché si è aperto il mese dedicato alla Madonna e si è segnata la conclusione della Prima Visita Pastorale “Sto alla porta e busso” del Vescovo Gerardo Antonazzo alla sua diocesi. Tutto ciò è stato celebrato, senza concorso di popolo per evitare gli ancora pericolosi assembramenti, nella Basilica Santuario di Canneto ed è stato il Vescovo, con molti Sacerdoti, a recarvisi, con quello speciale intenso affetto spirituale per la Madre di Cristo, venerata come la Vergine Bruna di Canneto.
Quest’anno in modo speciale Papa Francesco ha voluto dedicare il mese di maggio, ad una insistente preghiera, soprattutto con la recita quotidiana del Rosario, “per chiedere la cessazione del flagello pandemico”. Quasi una maratona-staffetta di preghiera, iniziata dal Papa il primo del mese, continuerà ogni giorno in un santuario mariano nel mondo pregando per una diversa categoria di persone e terminerà l’ultimo giorno nei Giardini vaticani conclusa da Papa Bergoglio. Tutti i cristiani sono chiamati a partecipare quotidianamente all’iniziativa, che ha come titolo “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio” (Atti 12,5). Sostenitore convinto dell’iniziativa è anche P. Stefano Cecchin della Pontificia Accademia mariana internazionale, docente di mariologia presso l’Antonianum di Roma, ben noto alla nostra comunità diocesana. Il Rosario, afferma, è “una via per arrivare al cuore di Dio”, che ci fa chiedere “la pace interiore ma anche la liberazione dai mali che ci affliggono”, come oggi il Covid. Ed è bello vedere questa spinta al ritorno alla fede dei semplici, autentica, forte e sentita, capace di creare una comunione ecclesiale universale non solo recandosi in un santuario ma anche nella propria chiesa o in casa, in comunità o anche da soli.
E’ stata l’occasione per concludere ufficialmente la Visita Pastorale che, iniziata il 9 ottobre 2019, è terminata, a fine aprile, dopo la visita all’ultima Zona pastorale, quella di Atina. «Oggi – ha detto il Vescovo Gerardo nell’omelia – portiamo davanti alla Madonna di Canneto anche la conclusione del pellegrinaggio pastorale della Visita svolta nella vasta e variegata geografia ecclesiale e civile della nostra Diocesi. Sia Maria, immagine e madre della Chiesa, ad affidare al cuore di Cristo, Pastore buono e bello, quanto è stato compiuto, anche quanto non siamo riusciti a svolgere secondo le sue attese. Una buona parte della Visita pastorale si è articolata in concomitanza con la diffusione del contagio epidemico. Un bel problema, questo, che ha richiesto particolari accortezze, discontinuità nel ritmo, ri-programmazioni ricorrenti, rimodulazione delle attività; ma tutto ciò ha rappresentato anche un’opportunità, una provocazione, una sfida pastorale, un discernimento più incarnato, che è necessario tenere in esercizio per il prossimo futuro allo scopo di un’inderogabile rigenerazione pastorale. Sono grato ai presbiteri e ai loro collaboratori laici. Un particolare ringraziamento lo rivolgo al Vicario Generale (mons. Alessandro Recchia), agli otto Vicari Convisitatori delle parrocchie (don Silvano Casciotti, don Ruggero Martini, don Emanuele Secondi, don Antonio Di Lorenzo, don Giandomenico Valente, don Nello Crescenzi, don Remo Marandola, don Mimmo Simeone), al Convisitatore per le Confraternite (don Antonio Molle), al Segretario Generale della Visita pastorale (don Mimmo Simeone), e al Segretario-Accompagnatore (don Maurizio Marchione), che con fedeltà e competenza ha curato e condiviso con il Vescovo tutti i momenti e i dettagli della Visita pastorale.
Nel percorso durato quasi due anni abbiamo vissuto “un tempo di speciale consolazione” (Preghiera per la Visita pastorale), perché Dio ha “visitato e redento il suo popolo” (Lc 1,68): ha bussato ed è entrato dalla porta principale del cuore nella vita reale di ogni comunità. Come già nella storia di Giuseppe e di Maria, i quali hanno riconosciuto il Mistero, e hanno aperto il cuore tra fiducia e trepidazione, hanno accolto la Parola tra ascolto e obbedienza. Non senza il loro consenso Dio ha portato a compimento il suo progetto. Grazie all’esperienza di Giuseppe e Maria rileggiamo la Visita pastorale». Ha così ripercorso l’intera Visita pastorale, con grande penetrazione umana e spirituale, lasciando queste piste di riflessione:
– Il bussare di Gesù attraverso il Vescovo ha avviato un discernimento pastorale su quanto il Signore richiede in questo momento storico: sognare con Lui non il futuro della nostra Chiesa diocesana, ma la Chiesa del futuro.
– Dio entra con parole nuove. L’ascolto di Dio turba e fa cambiare idea. Una Chiesa che non si lascia turbare è una Chiesa che non sa più ascoltare.
«Cari amici, – ha concluso il Vescovo – la nostra assemblea orante consegna le speranze della Visita pastorale al “padrone della messe” (cf Lc 10,2) perché ci aiuti a farle fruttificare non al modo di un bonus facciata ma di un radicale annuncio del Vangelo di speranza in un tempo di rinascita. La liturgia che stiamo celebrando vuole ratificare lietamente e serenamente quello che il Signore ci ha riconsegnato nel testo odierno di Atti 13,47: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra” … In fines terrae».
Al termine, in un momento particolarmente toccante e significativo, il Vescovo, insieme ai presenti, ha letto la Preghiera a Conclusione della Visita Pastorale, appositamente composta ( leggi qui ).
Adriana Letta