Grande festa per la comunità Exodus di Cassino che festeggia i 29 anni di attività
Si è svolta giovedì 21 novembre l’annuale Festa del Ringraziamento della Comunità Exodus di Cassino della quale quest’anno ricorre il ventinovesimo anniversario.
La sede di Cassino della Fondazione Exodus fu inaugurata nel 1990 in una cascina messa gratuitamente a disposizione dalla comunità monastica di Montecassino, nella zona di San Pasquale e quest’anno, è stato proprio l’Abate di Montecassino, dom Donato Ogliari a celebrare la Messa delle ore 18.
Nel pomeriggio, data la coincidenza con la Giornata degli Alberi, è stata effettuata la piantumazione di 50 alberi offerti dal Parco dei Monti Aurunci, un albero per ognuno degli ospiti dalla comunità Exodus di Cassino: 20 ex tossicodipendenti in comunità residenziale, 10 giovani disabili in centro diurno e 20 adolescenti con problemi di dipendenza da smartphone, playstation ed altre forme importanti di disagio sociale.
Sicuramente oggi Exodus a Cassino è cambiata profondamente rispetto ai primi tempi quando un piccolo gruppo di 8 ex tossicodipendenti si insediò insieme ad un paio di operatori nella struttura. Nel corso di questi quasi 30 anni la risposta al problema della tossicodipendenza è certamente cambiata così come sono cambiati i ragazzi che hanno questo problema. Infatti l’impegno di Exodus è orientato alla prevenzione attraverso la presenza nelle scuole della città, l’opportunità per le stesse scuole di partecipare a giornate formative all’interno della comunità, la presenza dell’unità di strada nei luoghi di aggregazione giovanile. Il responsabile della comunità, Luigi Maccaro, ha sottolineato come, in questo momento di crisi culturale e valoriale, lavorare con i giovani è un imperativo che andrebbe assunto come unica possibilità di investire sul futuro della nostra società. Per questo motivo è stato importante trasformare la comunità in un presidio educativo capace di usare i linguaggi dei ragazzi, ma anche di offrire sostegno agli adulti sulle responsabilità genitoriali e formazione agli insegnanti sulla gestione dei casi difficili. Oggi in una società così fortemente condizionata dalle dipendenze, le comunità possano e devono svolgere un ruolo fondamentale di ri-umanizzazione di una società sempre più disorientata e pessimista sul futuro.