La comunità di S. Lucia di Cervaro come era nel 1862

Serata teatrale di successo con la commedia di Anna Maria ArcieroCosì eravamo quando passarono le carrozze senza cavaglio”

“Io della carrozza senza cavaglio non mi fido. Andateci voi, io no”. Intorno a tale questione, se salire o no sul treno – la carrozza senza cavaglio! – per andare a Napoli, si misurano il coraggio di chi osa e la paura di chi teme le novità, si confrontano le generazioni, si manifesta l’entusiasmo dei piccoli (e di un nonno curioso e aperto al futuro!) e la diffidenza degli adulti, in una piccola comunità di gente semplice e genuina.

E’ la comunità di S. Lucia di Cervaro di metà Ottocento, che vive la sua vita sobria e parsimoniosa, fatta di fatica quotidiana, di dedizione al lavoro e alla famiglia, di saggezza accumulata da generazioni, ma anche di valori ideali per i quali sono tutti disposti a fare sacrifici. Come hanno fatto per costruire la loro chiesa dedicata a S. Lucia e per mettere la campana, fatta fare appositamente ad Agnone e issata sul campanile con le loro stesse mani. Sono orgogliosi di ciò e vorrebbero tanto completare l’opera con una bella festa alla Santa e una processione come si deve. Ma per questo occorre una statua di S. Lucia e si dovrebbe andare a Napoli per acquistarla. E’ il 1862 e ormai esiste un mezzo moderno, il treno, da poco inaugurato, che “velocemente” arriva a Napoli.

Intorno a questi fatti comunitari più grandi, si intrecciano le vicende dei singoli personaggi e delle loro famiglie, gli amori, i matrimoni, la terra, l’eredità… Parlano in dialetto, sono analfabeti ma sanno, eccome!, ragionare, ed è proprio la consapevolezza di non saper leggere i cartelli e quindi di non poter capire dove andare e come fare, che convince tutti ad impegnarsi perché i più piccoli, almeno loro!, imparino a leggere e scrivere, perché solo così la loro vita potrà migliorare.

E’ quanto racconta in una gustosa commedia del “Teatro dei luoghi” l’autrice, Anna Maria Arciero, con il sostegno dell’Associazione Socio-Culturale “Santa Lucia” di cui è socia, in un atto unico dal titolo  “Così eravamo quando passarono le carrozze senza cavaglio“. Per la Arciero ricostruire la Storia attraverso lo sguardo, le vicende e le piccole storie di personaggi semplici che vivevano in quel tempo, non è una novità, anzi, è la sua specialità, che diverte, fa sorridere, ma fa anche riflettere e apprezzare quelle persone che erano i nostri avi. Fa conoscere anche ai più giovani usi, costumi, modi di dire e modi di reagire alle novità tecnologiche di un secolo e mezzo fa. E’ il suo modo, e quello della Compagnia che ha creato e continua a guidare da ben 13 anni, di andare “alla ricerca delle nostre radici”.

La commedia è stata rappresentata venerdì 5 agosto nell’ampio piazzale antistante la chiesa di S. Lucia di Cervaro, appunto, in una fresca e piacevole serata che ha visto accorrere gente numerosa. Anche il Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo ha risposto all’invito ed è intervenuto, accolto con piacere dal presidente dell’Associazione Franco D’Aguanno, dalla Compagnia teatrale, dal Sindaco di Cervaro D’Aliesio e dal parroco, Don Basilio Minut. Il Vescovo Gerardo, in un breve intervento, ha mostrato apprezzamento per il lavoro teatrale, che effettivamente aiuta i più giovani a conoscere il mondo prima di loro ormai scomparso e ne favorisce la crescita sociale e culturale. Al termine della serata gli organizzatori gli hanno offerto in omaggio un quadro di S. Lucia.

Semplice ma efficace e di grande effetto la scenografia, appropriati i costumi, briosi seppur quotidiani i dialoghi, bravi, anzi bravissimi gli attori, dagli adulti ai giovani fino ai bambini: tutti si sono espressi disinvoltamente nella lingua dialettale locale degli antenati, con la sua unicità, musicalità e vitalità “che appassiona gli attori e diverte sia chi recita che chi ascolta”.

Meritatissimo, dunque, il lungo applauso finale del pubblico.

Adriana Letta

 

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