La devozione dei santangelesi al loro Patrono

S. Michele Arcangelo, generale degli angeli che difende la Fede, la Verità e la Chiesa, onorato domenica 2 ottobre

 Domenica 2 ottobre, prima domenica dopo il 29 settembre, festa liturgica di S. Michele Arcangelo Patrono di S. Angelo in Theodice, la comunità parrocchiale ha festeggiato come da tradizione il suo Patrono, ma quest’anno – come annunciato – solo con un programma religioso. Infatti, come il parroco Don Aniello Crescenzi ha chiaramente e tempestivamente avvertito, quest’anno sono in corso dei necessari lavori di ristrutturazione e consolidamento nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: sarebbe una contraddizione vedere i soldi spesi per bande musicali, fuochi d’artificio, etc ed avere difficoltà nel reperire fondi per il prosieguo dei lavori per la messa in sicurezza della chiesa. “Tanto – ha concluso l’illuminato parroco, – a San Michele queste cose non interessano!”. D’altronde, una prima parte di festeggiamenti si era già avuta proprio il giorno 29, dedicando l’attenzione ai piccoli (v. https://www.diocesisora.it/pdigitale/supergiochi-concorso-disegno-ragazzi/ ).

La mattina è stato deposto un omaggio floreale al Monumento ai Caduti, a seguire c’è stata la solenne Celebrazione Eucaristica nella chiesa parrocchiale, e subito dopo ci si è diretti in Processione con la statua dell’Arcangelo verso la chiesetta di S. Michele, dove alle 12,15 si è celebrata la Messa. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione dei Vespri e della Messa, ancora nella chiesetta di S. Michele, ha preso il via la processione di rientro della statua di San Michele in parrocchia, accolto e accompagnato dalle statue della Madonna Addolorata, di Sant’Antonio e di San Giovanni Battista. Il tutto è terminato con la Benedizione finale.

La fede e la devozione dei santangelesi al loro Patrono, S. Michele Arcangelo, è forte e sentita, affonda le sue radici in tempi lontani. Ad essa si deve anche la presenza della “chiesetta di S. Michele”. Su tutto questo è interessante saperne di più. Ce ne informa Maria Rita D’Agostino.

«L’attuale calendario liturgico, rinnovato dal Concilio Vaticano II, ha riunito in un’unica celebrazione i tre Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. Il nome Michele deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, che significa «chi è come Dio?» e, poiché nessuno è come l’Onnipotente, l’Arcangelo combatte tutti coloro che si innalzano con superbia, sfidando l’Altissimo. In un’epoca in cui le forze del male hanno enorme libertà di azione, fuorviando e rapendo anime, la figura di San Michele assume un valore di prim’ordine. Nella Sacra Scrittura è citato cinque volte: nel libro di Daniele, di Giuda, nell’Apocalisse e in tutti i brani biblici è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, ovvero degli angeli in guerra contro il male. Nell’iconografia occidentale, l’Arcangelo è raffigurato con la spada sguainata contro il drago infernale. Michele, generale degli angeli, è colui che difende la Fede, la Verità e la Chiesa.

Tempo e spazio sono le due dimensioni dentro le quali l’uomo realizza la sua esperienza terrena. Per questo, da sempre, l’uomo ci ha tenuto a edificare il luogo dove poter esprimere e rafforzare la propria fede. Don Carmelo Ciullo, in una nota trasmessa il 12 dicembre 1902 a Montecassino, dichiarò che Mons. Faustino di Meo e “altre pie persone” con le offerte del popolo costruirono, nella contrada successivamente intitolata a San Michele, una cappella. In quell’area vi era un antico cimitero abbandonato e per evitare il passaggio della gente distratta sulle ceneri fuoriuscite decisero di renderlo “luogo sacro”.

Gli eventi bellici del 1943 provocarono gravi danni alla struttura. Per molti anni, al termine della processione, la statua veniva depositata su un tavolo tra le mura di una fatiscente cappella diruta. Considerati i ritardi da parte dello Stato Italiano al quale era stato richiesto un risarcimento per i danni provocati dalla guerra, anche in questa circostanza, fu la popolazione, locale e non, devota al Santo, che nell’anno 1989, con la supervisione del parroco Don Donato D’Epiro, autotassandosi la ricostruì.

La chiesetta di San Michele accoglie numerosi fedeli, che spinti dalla devozione, in processione si recano presso di essa non solo durante la festa ma anche in speciali ricorrenze. Il giorno della festa ricorre sempre la domenica successiva al 29 settembre».

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