Una folla di devoti alla festa di Santa Rita organizzata dalla Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino
Sollecitato dal programma esposto in locandina, dalle iniziative prese per i festeggiamenti, dal Triduo di preghiera in preparazione alla festa, il popolo sterminato dei fedeli di Santa Rita anche quest’anno è stato presente numeroso e partecipe nella Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino. Non che in altre parrocchie non si festeggi, ma è qui che da molti più anni la devozione alla “Santa degli impossibili” viene onorata, coltivata e diremmo “educata”, raccogliendo consensi di persone di tutte le età e condizioni.
Di anno in anno la chiesa di S. Antonio è diventata una calamita che attira verso il culto dei Santi. Ma la cosa importante è non lasciare questo culto allo spontaneismo del popolo, per evitare il rischio di farlo diventare quasi un rito magico, un talismano, una superstizione, che significherebbe andare nella direzione esattamente opposta al Vangelo. Lo sforzo che la Chiesa compie è di far conoscere l’esperienza terrena del Santo, persona come noi che però ha “semplicemente” seguito il Vangelo, accettando i casi della vita, talvolta – come nel caso di Santa Rita – oltremodo difficili e di sofferenza, e imparando a guardarli con gli occhi di Dio e a viverli con amore e per amore.
E’ questo che trasforma persone comuni in “modelli di santità” che la Chiesa propone ai fedeli, proprio perché, attraverso i Santi intercessori, le persone si avvicinino a Dio e vivano la propria vita e la propria sofferenza con sempre rinnovata fede, come un continuo atto di fiducia in Dio e di amore al Padre celeste e ai fratelli. Il risultato è garantito per tutti: una serenità a tutta prova ed una gioia nel profondo dell’anima; a volte, sì, anche prodigiosi interventi divini nella realtà, umanamente inspiegabili. Ma occorrono la fede e l’ impegno da parte nostra a vivere secondo il Vangelo, pronti a dare più che a pretendere. I Santi, inoltre, ci insegnano la solidarietà facendo bene agli altri: anche quest’anno, le offerte raccolte in questa giornata, ha avvisato il Parroco Don Benedetto Minchella, saranno consegnate, in un prossimo pellegrinaggio parrocchiale il 30 giugno p.v. a Cascia, alle Suore Agostiniane del convento di Santa Rita, per aiutare chi ha bisogno. Sul modello di Gesù che così ha speso la sua vita sulla terra.
Santa Rita è modello e protettrice di vergini, spose, madri, vedove, consacrate, perché ha vissuto tutti questi stati di vita, ma sempre condividendo con Gesù Cristo l’amore e la sofferenza, facendo del bene e spargendo amore. Questo è simboleggiato, nella rappresentazione che si fa di lei, nel Crocifisso che abbraccia e nella spina della corona del suo Maestro che restò conficcata sulla sua fronte per ben 15 anni.
Nel giorno della festa, il 22 maggio, la mattina alle ore 11.00 si è cominciato a pregare con il Rosario Ritiano, una meditazione sui passaggi della vita di Santa Rita con invocazioni a lei; a seguire la celebrazione Eucaristica e alle 12.00 la Supplica, invocazione speciale alla Santa di Cascia, e la benedizione delle rose di Santa Rita: centinaia e centinaia di rose rosse alzate in alto dai fedeli, sono state asperse con l’acqua santa da Don Benedetto, in un momento vissuto con particolare partecipazione e sentimento, seguito dalla Benedizione impartita con la sacra Reliquia di Santa Rita, solennemente esposta vicino alla statua.
Nel pomeriggio, alle 19.00 la Santa Messa solenne, animata dal Coro parrocchiale e, subito dopo, la Processione con la statua e la Reliquia per le vie del quartiere al centro di Cassino, dove si trova la chiesa. C’erano le Suore, le donne dell’Associazione nazionale Carabinieri, sei bambine vestite da piccole Santa Rita che, tenerissime, erano impegnate a portare petali di fiori colorati da spargere al passaggio della Santa, c’erano poi gruppi parrocchiali e fedeli di ogni tipo. L’accompagnamento musicale era garantito dalla Banda musicale Città di San Giorgio a Liri che eseguiva brani che si alternavano a preghiere e meditazioni sulla vita della Santa durante il Rosario a Lei dedicato.
Al rientro in chiesa, salutato con fuochi d’artificio, Don Benedetto ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita della festa e in particolare una persona, che ha voluto rimanere anonima e che ha offerto alla Santa una Croce d’oro da porre tra le braccia della statua, per grazia ricevuta. Riposizionata la statua sul suo basamento, Don Benedetto ha offerto alla devozione dei fedeli la sacra Reliquia di una costola di Santa Rita, “il posto più vicino al suo cuore”, ed essi vi hanno deposto una carezza, un bacio, un’ultima richiesta di aiuto e protezione. Perché Santa Rita è la Santa “delle cause impossibili”!
Adriana Letta