Un grande, magnifico braciere con un fuoco ardente ai piedi dell’altare, addobbato con fasto per la solennità dell’occasione, con il Cristo Crocifisso in primo piano e la magnifica statua di Santa Maria Assunta al centro, ispiratrice della Veglia, che abbracciava con materno sguardo l’intera piazza Marconi, ad Atina. Una scenografia davvero imponente ha accolto ieri sera i tantissimi fedeli, in maggior parte giovani, che hanno gremito in ogni angolo la piazza, tanti i presbiteri, i diaconi, i religiosi presenti a questo incontro così atteso, presieduto dal Vescovo e a cui per la prima volta ha partecipato la comunità diocesana allargata. Un gioco di led rossi sulla facciata del duomo di Santa Maria Assunta ha creato l’atmosfera più suggestiva per invocare sui presenti la discesa dello Spirito Santo, tanto da sentire in sé il calore di quel fuoco che ardeva incessantemente e desiderare ardentemente la luce del fuoco interiore. E dalla forza dirompente dello Spirito, deriva la Parresia, (che letteralmente significa libertà di dire tutto, ma che nel Nuovo Testamento indica soprattutto il coraggio e la sincerità della testimonianza): dalla Fiducia, con Franchezza, quasi Sfrontatezza, spinti dal Coraggio per giungere al Martirio. Su questi punti si è particolarmente soffermato mons. Gerardo Antonazzo nella sua omelia, tanto da ribadirli al termine, prima della benedizione, affinché restino ben impressi nella mente di ciascuno.
Grande anche questa volta l’impegno della Pastorale giovanile diocesana, nella preparazione e nell’animazione dell’evento, del suo Grande coro, che nella gioia del canto ha contribuito a rendere ancora più sentita e partecipata la Veglia; alla Pastorale giovanile il sentito ringraziamento da parte di mons. Gerardo, unitamente alla parrocchia ospitante, nella persona del parroco mons. Domenico Simeone, per l’accoglienza e l’accurata preparazione del suggestivo palcoscenico rappresentato dal cuore dell’antico borgo di Atina.
– Carla Cristini
– Foto di Rosalba Rosati