La Peregrinatio giunge il 21 novembre nella Parrocchia di S. Giovanni Battista in Cassino
Come ultima tappa della Peregrinatio nella Zona pastorale di Cassino, la Madonna di Fatima ha “scelto” con premura materna la Parrocchia di S. Giovanni Battista. Quando si è stilato il programma, certamente nessuno poteva immaginare che non ci poteva essere una giornata più adatta del 21 novembre per far giungere la venerata immagine della Vergine Maria Regina di Fatima a S. Giovanni. Viene da pensare che sia stata proprio Lei a guidare la scelta umana di concludere così la peregrinatio in zona, perché la comunità parrocchiale, dopo il vorticoso e doloroso scorrere dei giorni successivi all’improvvisa scomparsa del Parroco Don Antonio Colella, si ritrova afflitta e smarrita come dopo un cataclisma ed ha bisogno di ritrovare punti di appoggio e consolazione. E chi meglio di una Madre può consolare i suoi figli sofferenti? Don Antonio ha lasciato un vuoto incolmabile: nella chiesa c’è un segno eloquente e simbolico della sede vacante, lo spostamento laterale della sede e la sistemazione temporanea del tabernacolo del SS.mo sul presbiterio, là dov’era la sede.
Un altro intervento a favore della comunità è stato certamente quello del Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo che, capita la situazione delicata delle persone, ha nominato Don Benedetto Minchella Amministratore parrocchiale di S. Giovanni B. Un atto provvidenziale. Lo si percepiva nel senso di fiducia della gente, contenta di vedere degnamente accolta nella propria chiesa la sacra immagine di Maria, di sentire un polso forte e un cuore attento in Don Benedetto, di partecipare ad una bella e confortante celebrazione.
Giunta da Caira, dove aveva sostato presso la Parrocchia di S. Basilio V., la statua, accompagnata dal Parroco Don Claudio Monti, è stata portata in chiesa ed esposta con tutti gli onori. Dopo l’accoglienza commossa e commovente, ha preso il via la Celebrazione Eucaristica.
Nell’omelia il celebrante ha fatto notare che era il giorno in cui la Chiesa fa memoria della Presentazione al tempio della Vergine Maria e a quel tempo, nella mentalità ebraica, presentare al tempio il proprio figlio aveva un significato più profondo del nostro Battesimo, perché significava che i genitori dicevano a Dio: ecco il nostro figlio, fanne quello che Tu vuoi. Ogni persona era consacrata al Signore, gli appartiene in maniera esclusiva. Chi meglio della Vergine Maria poteva essere presentata al tempio, anche se il Vangelo non ce ne dà notizia? La tradizione dice che quando fu fatto, si aprirono i cieli ed i genitori, S. Anna e S. Gioacchino, videro lo Spirito Santo, quasi una premonizione della Annunciazione che Maria avrebbe ricevuto di diventare la madre di Gesù. Unica tra tutte le donne, è piaciuta più di tutte al Creatore, che ogni volta che la guarda lo fa da “innamorato”. Non si deve infatti pensare a un Dio “anaffettivo”, ma che si è coinvolto con l’umanità a tal punto da innamorarsi di lei. Il Vangelo odierno, ha proseguito Don Benedetto, mostra Gesù che, quasi ignorando che lì fuori c’è sua madre, chiede “Chi è mia madre? è chi ascolta e compie la volontà del Padre”. Noi, al posto di Maria, ci saremmo probabilmente offesi, ma in realtà è un’esaltazione, non un’offesa, e ci dice che anche noi possiamo diventare consanguinei, familiari del Signore vivendo la sua Parola, attraverso l’ascolto, la custodia e la messa in pratica della Parola di Dio, come ha fatto Maria. Affidiamoci a Lei dunque perché ci insegni ad ascoltare, a custodire e a vivere la Parola di Dio, ha concluso. Al termine della Messa, tutti insieme, coralmente, i presenti, guidati dal Celebrante, hanno letto la preghiera a nostra Signora di Fatima composta dal Vescovo Gerardo per questa Peregrinatio, in un momento di forte spiritualità e fraternità.
La statua della Vergine di Fatima resterà a S. Giovanni B. ancora due giorni. Giovedì 23 alle 16.00 ci sarà la recita del S. Rosario e alle 16.30 la Celebrazione Eucaristica di saluto a Maria, che partirà alla volta di Arce.
Adriana Letta