V Domenica di Pasqua, Anno A
La V Domenica di Pasqua del primo ciclo di letture festive è imperniata sulla domanda piena di desiderio di Tommaso, l’Apostolo che poi sarà incredulo nel giorno della Risurrezione: Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via? Gesù aveva parlato di molte dimore nella casa del Padre suo e che i discepoli conoscevano la via per andarvi.
Il pratico Tommaso è molto interessato a questo solo che vuole conoscere bene le modalità di ingresso nelle dimore del Padre. La sua fede è ancora imperfetta, non ha ancora riconosciuto Gesù come Messia, inviato del Padre, uno con il Padre. Per questo è preoccupato. Si sente solo e abbandonato. Le parole del Maestro ancora non gli penetrano profondamente nel cuore e non trasformano e non sostengono completamente la vita.
La Parola di Gesù è la vera Parola di cui ha bisogno l’umanità. La Parola eterna che non tramonta mai. Se fosse una parola come le altre sarebbe finita nel nulla. Ma ancora Essa regge la Chiesa e dipinge i destini del mondo, temporali ed eterni. Tommaso è come il moderno criticismo che tutto vaglia, tutto analizza, tutto storicizza, tutto relativizza. L’atteggiamento critico non è solo di oggi: c’è sempre stato ed è tipico delle persone che ancora non hanno abbracciato la fede.
C’è un luogo dove il Signore vuole portarci: Nel luogo dove io vado voi conoscete la via. E’ un luogo fisico? Forse sì, ma soprattutto è un luogo spirituale, è un modo di essere nuovo che ci fa vivere con Dio, sereni, in pace, sostenuti e inebriati della sua grazia.
Gesù dice che ci sono molte dimore nella casa del Padre Suo. Probabilmente intendeva dire che Dio è autore di molteplici vocazioni e che ci sono infiniti modi con cui Dio si fa servire ed amare: ma tutto è opera sua. E’ lui, infatti, che suscita in ogni uomo il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni (Cf. Fil 2, 13).
Pensiamo di essere autonomi ma quando assaporiamo la nostra autonomia vediamo tristemente che non ci conduce a nulla. Invece Gesù ci offre un itinerario ed il pieno compimento della nostra vita. Dunque dove dobbiamo andare? Cosa dobbiamo fare, che vita dobbiamo seguire? Quali principi dobbiamo tenere?
Questa fu la domanda di Tommaso? Signore, … come possiamo conoscere la via?Gesù ha una risposta semplice ed essenziale: Io sono la via, la verità, la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
In questa risposta così sintetica c’è tutto il cammino ed il fine della vita cristiana. La novità è proprio Lui, Gesù. Non è solo un inviato del Padre come gli altri profeti. Chi vede me vede il Padre … io sono nel Padre ed il Padre è in me …io ed il Padre siamo una cosa sola! Frasi di una chiarezza impressionante, tutte uscite dalle labbra di Gesù.
Gesù è tutto ciò che dobbiamo conoscere, amare, vivere. E’ lui il senso della vita, non solo per il comportamento ma anche per ciò che dovremo essere per sempre nel Regno eterno che verrà. Io sono la via, la verità, la vita. La via indica l’universo morale di cui Gesù è l’unica fonte. Non ci sono altri modi per vivere bene se non in Lui. Lui è la via. Basterebbe questo per essere felici.
Ma Gesù ha voluto dirci molto di più: Io sono la verità. Non c’è altra verità all’infuori di Lui. In Lui è ogni sapienza e ogni scienza, Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza (Col 2, 2-3). Non esiste verità che non venga da Cristo. Non solo le verità morali e spirituali, ma anche quelle tecniche e scientifiche. Tutto è racchiuso nel suo seno.
Infine, ed è la cosa più importante, Io sono la vita. A che gioverebbe conoscere la strada e conoscere anche tutta la verità sul mondo, tutti i misteri e tutta la scienza (1Cor 13, 2) se poi non abbiamo la vita per seguirli e per contemplarli gustandone la bellezza e la profondità?
Gesù è la vita. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini (Gv 1, 4). La vita viene senza che noi lo sappiamo e parte senza che possiamo far nulla per impedirlo. Vuol dire chiaramente che non ci appartiene e che un altro la crea e la governa, decidendo ad ogni istante di essa. La vita è di Cristo, serve a Cristo, anzi è Cristo: Tutto mi è stato dato dal Padre mio (Mt 11, 27).
Chi vive di Cristo farà opere più grandi di quelle che ha fatto Cristo quando era in terra. Perché? Ci risponde il grande Agostino: Egli dice che i discepoli faranno opere più grandi di quelle fatte da Lui, ma è sempre Lui che agirà in essi e per mezzo di essi; non essi da se medesimi … Ma quali sono queste opere più grandi? … Nel primo caso era Lui direttamente che operava … nel secondo caso era Lui per mezzo dei discepoli, ma nel primo come nel secondo caso era sempre Lui ad agire (In Iohannem 71, 3).
di P. Luca M. Genovese
Fonte: Settimanale di P.Pio