La parrocchia di Castrocielo riscopre le sue radici antiche

Un pellegrinaggio sulla vetta del monte, come il popolo giudaico in Israele, ai tempi del re David o di Salomone, per cantare le lodi al Signore o per rendere omaggio al re e alla madre del re. Gli “ingredienti” sono gli stessi ma cambia il contesto perché il popolo non è quello giudaico e il monte non è Sion. Siamo a Castrocielo, il monte è l’Asprano, il sacerdote c’è, è don Natalino Manna, i fedeli ci sono, è il popolo di Castrocielo. Ma il Re e Sua Madre chi sono? Considerando che oggi è la Festa dell’Assunzione di Maria al Cielo, il Re e Sua Madre sono Gesù e Maria, a cui il popolo di Castrocielo ha reso omaggio, con il rito dell’incoronazione della Santa Vergine e di Suo Figlio, nel giorno che precede la solennità del’Assunzione. Partiti processionalmente verso la vetta dell’Asprano, unitamente al loro parroco, alcuni fedeli di Castrocielo, giunti sulla sommità del monte, ove un tempo sorgeva il primo nucleo abitativo del paese di Castrum Coeli, hanno preso parte alla santa messa, celebrata nella cappellania di Santa Maria Assunta, risalente a poco dopo il Mille, assistendo, terminata la celebrazione eucaristica, al rito dell’Incoronazione di Maria e di suo Figlio Gesù, preceduto dalla processione detta “abbraccio” ossia dal triplice giro intorno alla chiesuola, per dimostrate l’affetto dei castrocelesi verso la loro Chiesa madre, ma per rendere anche lode alla Trinità Santissima, girando, per l’appunto, tre volte intorno alla cappellania. Fede popolare, tutto ciò? Tutt’altro, esempio di riscoperta delle proprie radici cristiane, ma anche conservazione della memoria, unita al valore spirituale del pellegrinaggio sul monte, che, nella processione vigiliare del 14 di agosto, riconduce ogni anno i fedeli di Castrocielo alla riscoperta delle loro radici, per rendere onore alla Madre del Cielo, ai primi vespri della Solennità dell’Assunzione, con semplicità ma con la stessa fede profonda che essi stessi manifestano in altri due momenti di pellegrinaggio sullo medesimo monte, il giorno del Lunedì dell’Angelo (Pasquetta) ed il giorno della Presentazione di Gesù al Tempio (2 febbraio).

– Giovanni Mancini

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