Quando la presentazione di un libro non è solo un fatto culturale, ma riveste anche un’importanza sociale, umana, storica nella ricerca di memorie, di volti, di storie. È quanto accaduto con la presentazione dello studio di Lucio Meglio “Cistercensi sorani”.
La sala Courrier si è subito gremita per un evento culturale tanto atteso, ovvero la presentazione della ricerca di Lucio Meglio sui “Cistercensi sorani”, tenutosi venerdì 2 dicembre. L’incontro, organizzato dalla Comunità Monastica di San Domenico Abate, ha visto la partecipazione di un folto pubblico interessato a conoscere i profili biografici dei monaci di origine sorana che nel corso dei secoli hanno indossato l’abito cistercense. Dopo i saluti iniziali a cura di don Sante Bianchi ha preso la parola il prof. Filippo Carcione, direttore dell’Istituto Teologico Leoniano di Anagni, il quale oltre ad introdurre il tema dell’incontro ha ringraziato l’autore per l’intensa attività culturale ed accademica.
Lucio Meglio, nonostante la giovane età, da anni conduce studi e ricerche sul territorio, rappresentando senza dubbio una gloria e un vanto per l’intera Città, grazie anche alle sue numerose pubblicazioni scientifiche tutte indicizzate su riviste internazionali. A questo punto si è entrati nel vivo dell’incontro con l’intervento dello stesso autore, che ha tenuto una erudita lectio sulla sociologia della vita consacrata cercando di far comprendere la vita religiosa attraverso la storia e le trasformazioni della relazione tra le diverse forme di vita consacrata ed il contesto storico-sociale di riferimento. Non sono mancati accenni ai diversi percorsi vocazionali che nel corso dei secoli la città di Sora ha donato alle diverse Congregazioni e Ordini monastici, dal primo francescano sorano documentato all’inizio del XIV secolo fino ai nostri giorni. Al termine dell’incontro hanno preso la parola i parenti di alcuni monaci cistercensi recentemente scomparsi come dom Carmelo Recchia e don Anselmo Florio, che ne hanno ricordato il profilo umano e spirituale. Una efficace e piacevole serata che ha dimostrato la vitalità culturale degli studi accademici sul nostro territorio spesso ignorati.
Gianni Fabrizio