La macchina dell’Assunta in cielo si snoda nel buio della città
La macchina dell’Assunta, nello slargo davanti la cattedrale, ha già sulla sommità la statua della Madonna, posizionata subito dopo il tramonto. Pian piano la piazza si riempie di persone, così come la cattedrale, colorata dalle divise dei portatori che si preparano partecipando ai vespri solenni presieduti dal vescovo Gerardo Antonazzo.
La Chiesa, attratta da questo grande mistero, vive due situazioni diverse. Si pone nell’atteggiamento della gratitudine al Signore, ha sottolineato il vescovo durante la breve riflessione, perché Maria riconosce che tutto in lei è compiuto dall’Onnipotente, Dio la rende una donna eccezionale. Prova poi nostalgia del cielo e della vita eterna, e noi come pellegrini vediamo in Lei un segno di speranza, la stella del cammino che indica la meta ai viandanti: non più la tenda dei pellegrini ma la casa della Gerusalemme celeste.
Al termine i portatori dalla cattedrale hanno raggiunto la chiesa di Santa Restituta, dove, dopo l’affidamento alla patrona e la benedizione impartita da don Bruno Antonellis, hanno ricevuto ciascuno una rosa blu che poi hanno posto ai piedi del simulacro della Vergine. Ed ecco tutto è pronto per la processione: le confraternite, il vescovo con i presbiteri, i portatori ed i tantissimi fedeli. Si illumina la macchina e si procede lungo le strade gremite di persone che attendono il passaggio della Vergine.
“Tutti siamo stati provocati a guardare in alto al cielo -ha detto il Vescovo al termine della processione – in questo cammino che volge a Dio”. Maria Assunta in cielo è lo stupore con cui Dio sorprende la nostra vita.
Tutto dice il nostro stupore! In Maria contempliamo la nostra occasione perduta. A ciascuno di noi l’impegno di custodire l’immagine di Dio con la forza della preghiera: è sull’altare che la gloria di Dio e la gloria dell’uomo si incrociano.
Carla Cristini
Foto: Rosalba Rosati, Piercarlo Gugliotta
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