Cassino: la tradizionale processione verso il cimitero
Come da tradizione anche ieri, festa di Ognissanti, il popolo cassinate, riunitosi davanti la Chiesa di Sant’Antonio, guidato dal suo pastore diocesano, il vescovo Mons.Gerardo Antonazzo, ed accompagnato dal sindaco, dott. Enzo Salera, ha compiuto il suo breve pellegrinaggio verso il cimitero cittadino. Durante il tragitto don Benedetto Minchella, parroco della chiesa di Sant’Antonio, ha recitato il rosario, scegliendo i misteri della Gloria, quella che attende ogni cristiano nella vita futura. Le riflessioni si sono concentrate su Maria, strumento ed emblema di pace ed unione, Colei che ci porta verso Suo Figlio con l’amore di Madre, invocata anche come fonte di speranza e di forza nelle difficoltà della vita. Una volta giunti al cimitero, i fedeli hanno proseguito il giro tra le tombe, guidati sempre nelle preghiere e nel canto, come un vero popolo orante. Il breve pellegrinaggio ha avuto quale suo culmine la Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. il vescovo, la cui omelia ha toccato temi di estremo interesse, incentrandosi proprio sulla nostra vita di cristiani pellegrini su questa terra. Ieri la Chiesa era in festa perché celebra la gioia dei figli di Dio, quali siamo diventati col Battesimo. Questo il sacramento che ha sancito l’inizio del nostro processo di santificazione, nonostante i limiti e le fragilità legate all’essere umano. Come vivono i figli di Dio? Seguendo il percorso indicato da Gesù nel Vangelo: le beatitudini. La mitezza, la misericordia, la pace, la giustizia, la povertà di spirito rappresentano il vivere la santità nella vita di ogni giorno, nell’esistenza quotidiana e feriale, come ha ben sottolineato Papa Francesco nella Lettera sulla santità “Gaudete et Exultate”, ove parla della “santità della porta accanto”. Perché essere santi non significa solo straordinarietà, la santità può essere esercitata nel nascondimento di una vita semplice, fatta di piccole cose quotidiane vissute alla Luce di Cristo. Allo stesso modo noi possiamo parlare di “Santità della tomba accanto” dei nostri fratelli che ora dormono il sonno della pace, ma che vivono nella Gloria del Paradiso, conquistata compiendo il loro dovere di figli di Dio nella quotidianità. Il cristiano è colui che sa trasformare le ansie ed anche le difficoltà più gravi da affrontare nella speranza di una vita futura nella Gerusalemme del Cielo. E noi, ancora pellegrini su questa terra, dopo la sosta in questo luogo, non dobbiamo tornare alle nostre case ed occupazioni rattristati, ma con la consapevolezza che la morte è solo un passaggio che spalanca le porte verso la vera Vita, quella dell’eternità, che sapremo conquistare esercitando la santità della porta accanto e trasformando, con l’aiuto di Dio, ogni ansia in speranza e beatitudine.
Biancamaria Di Meo
Foto Alberto Ceccon