Nel compito educativo, lo sviluppo ottimale del bambino è strettamente legato alla capacità dei genitori di comprendere le proprie esperienze infantili. Diventare genitori rappresenta un cammino di crescita costante in cui ci si può liberare da modelli relazionali inadeguati, spesso incompatibili con le relazioni di cura e amore che si erano inizialmente immaginato per i propri figli. A tal proposito, sentiamo utile suggerire a coloro che sono chiamati a prendersi cura in maniera diretta di neonati, bambini e giovani come una profonda comprensione della propria vita e storia possa liberarli da modelli relazionali del passato che possano imprigionarli nel presente. Quando ci troviamo sommersi da ricordi, forse nascosti, legati a situazioni passate dolorose, difficilmente riusciamo a essere presenti con i nostri figli e rischiamo di non prendere decisioni equilibrate, ma di reagire semplicemente in base a esperienze passate. In questi casi una maggiore conoscenza e comprensione di se stessi e della propria storia aiuta i genitori a costruire una relazione libera dai vincoli passati, più efficace e soddisfacente con i propri figli. Cercando di comprendere se stessi, i genitori offrono ai figli la possibilità di sviluppare la libertà di sperimentare il loro mondo emozionale senza restrizioni e paure. Questa capacità di affrontare liberamente le difficoltà passate e restare aperti alle proprie possibilità di crescita permette di costruire relazioni positive con i propri figli che, a loro volta, favoriscono in loro lo sviluppo di un senso di efficacia e dell’autostima, elementi cruciali per uno sviluppo armonico della persona. Certamente non possiamo cambiare ciò che ci è successo da bambini, però possiamo cambiare il nostro modo di pensare a quegli eventi.
In tutto questo cammino interpersonale è fondamentale capire il ruolo delle proprie emozioni. È attraverso la comunicazione degli affetti che si entra in sintonia con gli altri e la base su cui si può costruire una relazione autentica e duratura con i propri bambini è uno stile comunicativo che coinvolga la conoscenza delle proprie emozioni, la capacità di condividerle e la capacità di percepire empaticamente quelle loro. Ricordiamo che è il genitore che deve comprendere il figlio, non il figlio il genitore.
Per essere buoni genitori è importante imparare a comunicare e ad ascoltare in maniera empatica. Una comunicazione efficace favorisce lo sviluppo nel bambino di una fiducia di base nel genitore che diventerà, in seguito, fiducia in se stesso. Dunque, proviamo a cogliere i nostri stili comunicativi e ad orientarli verso uno stile funzionale. I bambini imparano dai genitori non tanto ascoltandoli, bensì osservandoli. Nel ruolo di genitori un atteggiamento del tipo «fa ciò che dico, non ciò che faccio» non può essere educativo: per capire chi siano i genitori, il figlio li guarda. Se si vuole che i propri figli crescano comprensivi e tolleranti, capaci di avere cura e rispetto per se stessi e per gli altri, bisogna che si sia genitori capaci di favorire in loro lo sviluppo dell’empatia.
Ci auguriamo che tutto ciò vada ad arricchire le relazioni con i propri figli nel momento in cui si è ancora in condizioni tali da promuovere il sano e funzionale sviluppo di quest’ultimi. Sottolineiamo l’importanza della sinergia relazionale ed educativa della coppia genitoriale con il proprio bambino e l’importanza dei ruoli propri di ognuno che sono inderogabili.
– A cura di Luca Fiorletta