Io temo la vita al punto di essermi ridotta nello stato in cui sono?
È questa la domanda che si rivolge la protagonista di un libro che parla di dipendenza, tema che Armando Caringi, volontario presso “Il Faro” di Sora, ha trattato durante il sesto incontro dedicato al Sostegno alla Genitorialità che si è tenuto presso il nostro Centro di Solidarietà “L’Alberone”.
Come sottolineato durante l’incontro, la dipendenza non è solo quella da stupefacenti (tossicodipendenza), essa può riguardare l’alcool, il fumo, il cibo (anoressia- bulimia), il sesso, il partner (dipendenza affettiva), il lavoro (workaholism), il gioco d’azzardo, i videogame, internet ecc. A volte queste dipendenze possono anche combinarsi tra loro, ad esempio è molto frequente l’associazione gioco d’azzardo patologico e dipendenza da alcol.
Si tratta di fenomeno estremamente complesso, multifattoriale, che chiama in causa molteplici aspetti della sfera individuale, investe l’individuo sia a livello comportamentale che psicologico e si manifesta con la ricerca di una sostanza o con la reiterazione di un determinato comportamento. In questa situazione il soggetto è totalmente assorbito dall’oggetto della propria dipendenza, e finisce per trascurare tutto il resto ( relazioni affettive, lavoro, scuola..).
Nello specifico, Armando Caringi si è soffermato sulla dipendenza da droga, con questo termine ci si riferisce a tutte le sostanze psicoattive, che introdotte nell’organismo esercitano un effetto sul sistema nervoso centrale alterando l’equilibrio psico-fisico dell’organismo. Infatti qualsiasi droga, anche la più leggera, provoca alterazioni talora irreversibili dei circuiti cerebrali di varie aree del cervello, influendo sulla “plasticità neuronale”; cioè sulla capacità del sistema nervoso di modificare la sua struttura e le proprie funzioni durante la vita, come risposta agli input provenienti dall’esterno o dall’interno del sistema.
Per comprendere appieno la tossicodipendenza, bisogna tener conto di più fattori, tra cui le caratteristiche della droga che viene assunta perché la scelta della sostanza è direttamente collegata al tipo di affetto che si vuole reprimere, ma anche la personalità del soggetto e la relazione che si istaura tra il soggetto e l’oggetto. La dipendenza è un processo che si innesca quando una persona nel contatto con un particolare oggetto si sperimenta in maniera diversa e percepisce in maniera positiva e funzionale questa “ristrutturazione del sé”. È come se il soggetto vedesse in quella situazione, e solo in quella situazione, la risposata ai propri bisogni e desideri.
Data la natura complessa del disturbo, per cui intervengono elementi biologici, psicologici e sociali, è necessario intervenire con un approccio multidisciplinare, tramite l’intervento di diverse figure professionali: medico, psicologo, psicoterapeuta, assistente sociale, educatore, infermiere.
Attualmente, considerata l’incidenza del consumo di droghe e alcol in particolare nella popolazione giovanile, e la “normalizzazione sociale” del loro consumo è necessario lavorare sulla prevenzione accrescendo i fattori di protezione ed eliminando o cercando di ridurre i fattori di rischio; ed è in questa direzione che l’associazione “Il Faro” di Sora lavora quotidianamente.
– Vincenzina Porretta