Il tuo sorriso l’ha preso Dio, l’ha portato in cielo
Don Benedetto Minchella nominato in via provvisoria Amministratore parrocchiale
Una chiesa, quella di S. Giovanni Battista a Cassino, stracolma, straripante di persone le più varie, venute da ogni dove, domenica 19; numerosissimi i Sacerdoti che si disponevano a celebrare… Mezz’ora prima dell’orario stabilito per la celebrazione delle esequie di Don Antonio Colella, i banchi erano completamente occupati ma anche i posti in piedi e continuava ad arrivare gente…
Quando la processione di ingresso della Messa è entrata, ha potuto farlo solo dopo che coloro che occupavano il corridoio centrale si erano stretti e allineati per permettere il passaggio. Molti altri erano fuori. Probabilmente Don Antonio si sarebbe molto stupito di tanto affollamento per lui e invece era proprio per rendergli omaggio e testimoniare personalmente le sue doti di Pastore e la propria riconoscenza infinita, che tutti erano lì. Sentivano il bisogno di essere lì. Da lui avevano ricevuto tanto e dovevano esserci. Già questa presenza così massiccia ed eloquente era di per sé uno spettacolo, aumentato e completato dalla presenza di autorità, tra cui quattro fasce tricolori di sindaci del territorio, dei Sacerdoti sistemati ai piedi dell’altare, da un lato e dall’altro della bara, perché non c’era posto sufficiente sul presbiterio; del Coro S. Giovanni Battista Città di Cassino, diretto dal M° Fulvio Venditti, che ha cantato divinamente, arricchito di musicisti con i loro strumenti e all’organo il M° Michele D’Agostino, organista di Montecassino; da ministranti di varie parrocchie e da una presenza che spiccava su tutte: Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, Arcivescovo emerito di Gaeta, già Abate di Montecassino, venuto per dare il suo addio a Don Antonio. La commozione di tutti riempiva l’aria.
Lo stesso Vescovo, mons. Gerardo Antonazzo, che presiedeva la celebrazione, era visibilmente commosso e nell’omelia, interpretando il sentire comune, ha osservato che i momenti di particolari prove sono accompagnati da parole di contestazione verso Dio e in questi giorni la parola sicuramente ricorrente in tutti era: perché? Credo, ha aggiunto, che Dio non ci risponderà mai, perché vuole educarci alla fiducia, che cresce quanto più difficili sono gli eventi della nostra vita. E noi, non Dio, abbiamo bisogno di questa fiducia, per purificare la nostra fede e imparare ad abbandonarci totalmente a Lui. Soltanto in questo atteggiamento, quando la vita è trafitta da eventi di profondo dolore, ritroviamo la pace. Il perché Dio lo rivelerà soltanto quando saremo totalmente dall’altra parte, nella sua gloria.
E dopo aver espresso il nostro turbamento profondo, ha continuato sviluppando il pensiero, sono altre le parole che possono edificare e aiutarci a riprendere il nostro cammino. Sono le parole buone che voi stessi, in tanti, mi avete detto attestandomi in modo polifonico, la stima, l’affetto, la gratitudine per Don Antonio. Io vi restituisco queste parole, consacrandole qui sull’altare: conservatele perché sono memoria e disegnano la storia pastorale e spirituale di ciascuno di voi che ha potuto avere un rapporto privilegiato con Don Antonio.
Tra le testimonianze, il Vescovo ne ha scelta una, di un sacerdote che ha scritto: «Solo due giorni fa, nella chiesa di S. Carlo ad Isola Liri, eri seduto al banco dietro a me con altri confratelli. Nell’ultimo ritiro qualcuno mi ha bussato sulla spalla, quando mi sono voltato, mi hai salutato con il tuo sorriso limpido di sempre, che questa volta mi ha colpito maggiormente, stampato su quella tua faccia da bambino sulla quale con affetto ho dato un pizzicotto, senza sapere che sarebbe stato l’ultimo contatto carico di vita che oggi, quasi in quella stessa ora, non c’è più. Due giorni dopo nel cuore della notte sono venuto in chiesa a salutarti e dopo aver sostato un po’ in preghiera, sono passato a farti una carezza, un pizzicotto sul volto, non più quello… la guancia fredda sotto le mie dita, soprattutto manca il tuo sorriso, l’ha preso Dio, l’ha portato in cielo. A me rimane il tuo ricordo caro, ricco di stima e di amicizia semplice e sincera e intanto strofino ancora le mie dita per sentirti vivo. Prega per me, Padre e fratello mio».
Altre parole ancora il Vescovo ha voluto restituire ai fedeli: la Parola di Dio che richiama la vigilanza e la sobrietà, che Don Antonio ha saputo sempre vivere durante il suo ministero sacerdotale; la parola della liturgia che chiede al Signore di vegliare “perché la morte non ci colga prigionieri del male ma rispecchi serena la luce del tuo volto”. Ed ha concluso: “Guardando il volto di Don Antonio, segnato dalla morte, davvero continua a rispecchiare la luce del volto di Dio, non smette di abbozzare ancora un certo sorriso. Carissimo Don Antonio, hai concluso la tua vita abbracciandoci tutti. Ora con la preghiera ti affidiamo all’abbraccio di Dio perché ti accolga e ti custodisca per sempre”.
Particolarmente toccanti anche gli altri interventi, a messa finita: del Sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro, che ha sottolineato la bontà e gentilezza di Don Antonio, che “sicuramente ha già raggiunto la Casa del Padre”, e il suo sorriso, ed ha ricordato un episodio personale quando alla prima festa di S. Giovanni a cui partecipò da Sindaco, Don Antonio gli si avvicinò, gli dette una carezza sul braccio dicendogli: “Buon lavoro, pregherò per te”, generando riconoscenza e gratitudine.
Così pure il saluto di Aldo Gervasio, del Consiglio pastorale parrocchiale, denso di significato, ha fatto scoprire ancora le qualità di Don Antonio, buono, intelligente e schivo, semplice e umile, con un sorriso quasi fanciullesco. Intriso di commozione l’intervento di saluto di Don Lucio Marandola, Parroco di S. Pietro Infine, che lo vide giovane seminarista proiettato verso il Sacerdozio insieme agli altri giovani di S. Pietro che sarebbero diventati Presbiteri. Ha anche annunciato che venerdì 24 alle 17.00 sarà celebrata una Messa a S. Pietro Infine.
Dopo la benedizione finale e il rito funebre, il Vescovo Gerardo ha annunciato: “Desidero assicurare la continuazione e la continuità dell’opera pastorale di questa comunità. Per questo motivo ho nominato in via provvisoria l’Amministratore parrocchiale di questa parrocchia nella persona di Don Benedetto Minchella. Egli continuerà l’opera pastorale di S. Antonio e in più si farà carico amorevole di S. Giovanni B., aiutato da due sacerdoti che assicureranno tutto ciò che serve, a pieno titolo e a tempo pieno, per la vita e la cura di questa parrocchia“. Un “Grazie!” gridato prontamente da una voce, ha accolto questo annuncio.
Infine la bara è stata sollevata e, immagine commovente, sono stati i confratelli a volerla portare fuori, dove i ragazzi di Ac della parrocchia issavano due striscioni di saluto al loro amato Parroco e dove l’auto funebre attendeva pronta. Depositata la bara, il Vescovo si è chinato a baciarla ed essa è partita verso la chiesa parrocchiale di S. Nicola a S. Pietro Infine, nel cui cimitero sarebbe stata tumulata. Il corpo di Don Antonio andava verso la sepoltura, ma la sua anima era già volata in cielo a ricevere il giusto premio dal Padre.
Adriana Letta