A S. Ambrogio sul Garigliano è ormai una tradizione che il 7 agosto ci sia nella chiesa di San Biagio una Messa seguita da un concerto, L’incanto dell’anima, che davvero incanta l’anima, perché – dopo il momento sacro della liturgia – si vive un momento musicale commosso e festoso al tempo stesso, per ricordare una persona speciale, Annibale Messore, il medico-musicista di S. Ambrogio, fondatore del Coro polifonico oggi a lui intitolato.
E siamo arrivati alla quinta edizione, perché la prima risale al 2012, nel giorno in cui Annibale avrebbe compiuto 60 anni, ma era tornato alla Casa del Padre da qualche mese e i suoi due figli, Maria Grazia e Carmelo, avevano accettato di portare avanti il Coro, l’una come direttore e l’altro come organista. Cosa che continuano a fare egregiamente. Son passati gli anni ma la commozione resta la stessa e la figura di Annibale Messore continua ad essere presente come un punto di riferimento, un modello umano e cristiano.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta quest’anno da D. Mario Colella, parroco di S. Antonino e responsabile diocesano della Pastorale della Salute, e concelebrata dal parroco D. Giuseppe Di Nardi e da D. Lucio Marandola, parroco di S. Pietro Infine, e con l’animazione musicale curata dal Coro “Annibale Messore”, grazie a M. Grazia, a suo fratello Carmelo e a tutti i coristi, che formano una “grande famiglia”. Presenti autorità, musicisti, ospiti, amici. Tra questi ultimi non è mancato D. Antonio Molle, Rettore del santuario di Canneto.
Ancora una volta folta, intensa e commossa la partecipazione, e ancora una volta presente un Coro ospite, il Coro “Cordis Voce” di Scapoli, diretto dal M° Giuseppe Cerrone. Il trait d’union che ha consentito questo felice connubio è stata un’altra grande figura di riferimento, Don Settimio Izzi, di Scapoli, che fu parroco indimenticabile a S. Ambrogio nel periodo difficile della ricostruzione postbellica e tra l’altro mise su il primo Coro di S. Ambrogio di cui ci sono due persone, il preside Francesco de Rosa, “la Voce”, e il sig. Di Cicco, novantenne che non manca mai ad una sola prova, che ancora ne fanno parte. Era presente anche un nipote di Don Settimio, già sindaco del Comune molisano.
Dopo la celebrazione, il Coro “Annibale Messore”, in segno di accoglienza, ha eseguito due brani, innovativi rispetto al consueto repertorio, tratti dall’Opera: Nessun Dorma di Puccini e Il Carnevale di Venezia di Rossini, ricevendo strepitosi applausi. Il tutto presentato col solito tono brillante, ironico e simpatico dalla corista Gemma Simona De Rosa, che ha contribuito notevolmente a scaldare il clima.
E’ stata poi la volta del Coro ospite, che vanta anch’esso un bel curriculum e che ha eseguito brani – come ha spiegato il direttore M° Giuseppe Cerrone – che hanno spaziato tra ambiti diversi, dal classico di ballate e madrigali alla musica sacra a canzoni internazionali famose degli anni ’60-’70 concludendo con l’Halleluja di L. Cohen. Ad accompagnare i coristi all’organo negli ultimi brani, la prof.ssa Cristina Lilli.
Gli applausi sono stati scroscianti e fragorosi, ancor più, se possibile, dopo l’ultimo, toccante, brano, “Signore delle cime”, eseguito dai due Cori uniti, ricordando che Annibale aveva affidato alla Madonna il suo amato Coro. Caldi di affetti e pieni di commozione erano i sentimenti di tutti i presenti, allo scambio di doni e di targhe. Il Sindaco, Sergio Messore, ha donato al Coro “Annibale Messore” l’abbonamento a due riviste musicali. A sua volta, la direttrice del Coro ospitante ha offerto al Sindaco un quadro con una foto di gruppo scattata a Montecassino, e al Coro di Scapoli un quadro con la “Preghiera del Corista” e la locandina dell’evento. Espressione di un rapporto di amicizia fraterna e di condivisione profonda di valori alti. Tanto l’entusiasmo suscitato che è stato eseguito dai due Cori uniti anche un altro fuoriprogramma, con l’Ave Verum di Mozart, dedicato non solo ad Annibale ma anche ai coristi scomparsi in questi ultimi anni e al fratello di Don Antonio Molle, Angelo, persona amica e indimenticabile per professionalità e spiritualità.
Una serata magnifica, proseguita poi in letizia con un dopo-concerto enogastronomico preparato con amore dalla famiglia e dai coristi di Annibale Messore, che certamente dal cielo avrà sorriso contento.
Adriana Letta